Una valutazione del potenziale di risparmio negli usi finali elettrici italiani è stata effettuata nel 1999 per conto dell’Anpa (ora Ispra) dall’Istituto californiano Ipsep. L’analisi dettagliata bottom-up delle varie tecnologie ha portato a un calcolo del potenziale economicamente sfruttabile entro il 2010 pari al 14%. Una rivisitazione dello studio è stata effettuata dal gruppo eERG del Politecnico di Milano per conto di Greenpeace, estendendo il calcolo al 2020 e valutando un potenziale economicamente conveniente dell’ordine dei 100 TWh/a.
Queste analisi sono riferite solo ai consumi elettrici. Se si considerano i margini di risparmio relativi alla climatizzazione estiva e invernale degli edifici, si evidenza un analogo elevato potenziale d’intervento. Ciò è particolarmente vero per l’Italia il cui parco edilizio è caratterizzato da prestazioni termiche piuttosto scadenti.
Lo stesso discorso si può fare per il comparto dei trasporti che presentano ampi margini di intervento sia per il passaggio a mezzi di trasporto più efficienti sia ricorrendo a un più razionale governo della mobilità.