( Coordinatore del centro studi di biometeorologia di Roma www.cifa-icef.org )
Il rapporto Doe (Department of Energy) evidenzia come la comunità scientifica americana sia ancora nettamente divisa sul tema, appassionante e controverso, della Fusione fredda. A differenza di quanto avvenuto nel 1989, è comunque in esso apprezzabile una più equilibrata analisi, che riporta anche il punto di vista dei sostenitori (spesso di alta levatura) dell’ipotesi di Fleischmann e Pons. Nel rapporto Doe (nato in risposta ad un dossier di un gruppo di scienziati americani e di altri paesi tra cui Vittorio Violante dell’Enea di Frascati) emerge un generale consenso sull’opportunità di proseguire studi più approfonditi in due settori specifici:
? i problemi di Fisica dei Materiali connessi ai sistemi deuterati, dove è auspicabile l’uso di tecniche moderne di caratterizzazione
? l’indagine su eventuali particelle prodotte dalle reazioni nucleari.
Interrogati sull’opportunità di proseguire queste ricerche nell’ambito di un programma federale, gli esperti si sono invece divisi. Alcuni ritengono che la scarsa qualità di molti dei lavori pubblicati (spesso su riviste di dubbia fama) e la mancanza di una definitiva evidenza sconsiglino ulteriori investimenti. Altri giudicano invece che i risultati ottenuti, seppure parziali e perfettibili, siano comunque degni di nota. Pur senza auspicare l’istituzione di un programma federale dedicato alla Fusione fredda, il gruppo dei «possibilisti» suggerisce che singoli progetti di riconosciuta qualità abbiano accesso a finanziamenti statali, e possano essere equamente valutati dalle riviste scientifiche riconosciute.
(I commenti originali dei revisori del 2004 U.S. Department of Energy Cold Fusion Review, si possono trovare in Internet).