Il problema dell’assimilazione dei minerali da parte delle piante e la successiva assimilazione animale è presente già nelle opere di Antoine-Laurent Lavoisier alla fine del XVIII secolo quando ancora il vitalismo costituisce il punto di vista dominante.
Solo alla metà del secolo successivo, grazie alla diffusione dei principi della termodinamica è possibile valutare il flusso di energia nei sistemi viventi e le sue trasformazioni in termini strettamente fisico-chimici (Drouin, 1993). Lo studio della composizione del suolo e del ruolo nutritivo dei minerali attinti dalle piante, nonché dell’importanza della restituzione al suolo degli elementi di scarto, hanno inizio intorno al 1840 per opera di Justus von Liebig. Grazie all’assorbimento dell’energia solare, scopre Liebig, le piante funzionano e producono materia organizzata ed organica. Il legame tra i due regni è costituito dall’atmosfera. Il vivente si compone di un piccolo numero di elementi che si muovono all’interno di cicli a loro volta facenti parte di cicli più ampi: la materia non fa che cambiare posto (Acot, 1989b).
Chiara Certomà, Perfezionanda in Diritti Umani, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa