Lo stato attuale e le strategie verso la meta

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Grazie al successo degli esperimenti fatti nel decennio passato, la meta è oramai alla portata. Si è, infatti, riusciti a far «bruciare» la miscela deuterio-trizio. In questo campo il Jet, il più grande esperimento tokamak attualmente in operazione situato a Culham in Gran Bretagna, ha fornito un contributo fondamentale anche grazie all’attività di ricercatori italiani.
In figura 3 si può apprezzare il progresso ottenuto negli anni e come la distanza dalla meta è oramai molto piccola. Il grafico riporta i valori del triplo prodotto della densità del plasma, del tempo di confinamento dell’energia (tempo che impiega l’energia termica del plasma a fuoruscire verso l’esterno) e della temperatura in funzione della temperatura stessa. Sono questi infatti i parametri che definiscono la qualità di un esperimento di fusione termonucleare.

Il raggiungimento della meta è anche legato allo sviluppo di tecnologie e nuovi materiali destinato a rendere il più economica possibile questa forma di energia.
La strada da percorrere per arrivare al reattore a fusione, prevede la realizzazione di una macchina tokamak denominata Iter e una serie di attività di sviluppo tecnologico, da svolgere sempre in un contesto internazionale, che condurranno alla realizzazione del primo reattore dimostrativo: Demo. Di questo sviluppo fa parte il programma sui materiali e la sorgente di neutroni denominata Ifmif (International Fusion Material Irradiation Facility) necessaria per la qualifica dei materiali.