Perché il riferimento 1990

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La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, concordata al vertice della terra tenutosi nel giugno del 1992 a Rio de Janeiro, entrata in vigore il 21 marzo ’94, è un trattato internazionale cui anche l’Italia ha aderito (da non confondere con l’Agenda 21, documento molto più vasto teso a fornire alle nazioni un indirizzo programmatico per conseguire uno sviluppo sostenibile mondiale). Suo obiettivo centrale è quello di «stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera ad un livello che previene interferenze antropogeniche gravi con il sistema del clima. Questo livello dovrebbe essere raggiunto in tempi sufficienti per permettere agli ecosistemi di adattarsi naturalmente ai cambiamenti climatici, per assicurare che la produzione di cibo non venga messa a repentaglio e per consentire che lo sviluppo economico avvenga in modo sostenibile». La Convenzione impegna fra l’altro i paesi sviluppati e quelli con economie in transizione (paesi dell’Annesso 1) ad assumere un ruolo guida nella modifica degli attuali andamenti di emissione a lungo termine attraverso l’impegno a riportare le proprie emissioni nel 2000 ai livelli del 1990. Come d’uso, gli impegni che le parti firmatarie assumono per attuare gli obiettivi vengono specificati da successivi protocolli. Il primo protocollo di attuazione è stato firmato a Kyoto.