Conosciuta anche come la «Stregona dentellata» questa straordinaria cavalletta si riproduce per partenogenesi ed andrebbe tutelata come già avviene in Austria e Francia
Tra i molti insetti che vivono nascosti e inosservati accanto a noi, uno dei più impressionanti è proprio questa gigantesca Cavalletta dalla forma strana, che le ha valso i nomi più disparati, soprattutto in Francia dove è conosciuta come «stregona dentellata», oppure «aragosta di Provenza». Motivo principale di tali curiose denominazioni è l’aspetto singolare, con un capo prolungato e un corpo allampanato, verdastro e molle, e con zampe ornate di forti spine, che le servono per trattenere ogni malcapitata preda afferrata di sorpresa, all’agguato, dopo paziente attesa tra le erbe e i cespugli della steppa e della gariga.
Presente qua e là nell’Europa mediterranea, ma sempre poco visibile, la Saga si spinge anche verso settentrione nelle zone xerotermiche delle Prealpi, ed oltre, e raggiunge persino parte dell’Asia: ma tra gli insetti europei è un vero gigante, superando in lunghezza ogni altra specie, compreso il mitico Cervo volante che può misurare ben 8 centimetri.
La femmina della Saga, infatti, non solo eguaglia tali dimensioni, ma è provvista anche di un robusto ovopositore (l’appendice appuntita dell’addome con cui riesce ad infilare le proprie uova nel terreno), che può superare i 4 centimetri, e la rende quindi simile a un misterioso guerriero nascosto e mimetizzato tra la vegetazione.
Difficile da scovare e da osservare, ma di agevole cattura perché lenta e priva di ali, la Saga può essere attiva talvolta anche di giorno, ma di norma ha abitudini soprattutto crepuscolari e notturne…
Il mio primo incontro con questa straordinaria creatura, avvenuto in Calabria in una calda serata estiva del lontano anno 1976, ha lasciato un’impressione ancor oggi vivida e netta. Si era nella valle del Crati, in una vasta landa arida non lontana da Tarsia, non si vedeva un’anima viva o un animale domestico nei dintorni. Il silenzio veniva interrotto soltanto dal frinire di mille grilli invisibili, e calava lentamente un tramonto dai colori struggenti. Allora una folla prima invisibile di creature ronzanti prese a levarsi in volo, comparendo come d’incanto da ogni angolo della prateria, per celebrare il rituale dell’accoppiamento e cantare un inno alla vita…
C’erano, oltre a grilli, farfalline e cavallette, coleotteri di molte specie, tra cui spiccava l’elegante Scarabeo marmorizzato minore (Anoxia orientalis), fino a quel tempo noto soltanto delle zone attorno a Scilla e Cariddi. Poi d’improvviso, per caso, seguendo voli e movimenti che si incrociavano, lo sguardo cadde su un piccolo cespuglio giallastro: ed ecco stagliarsi la sagoma incredibile della Stregona, intenta a guadagnarsi nelle vicinanze il proprio pasto quotidiano.
Per nulla spaventata dal grande animale bipede, pronta però a cadere come morta al suolo, in stato di tanatòsi, in caso di pericolo. La Saga signora delle steppe, temibile miniatura di grosso carnivoro predatore, attendeva immobile e in silenzio che prima o poi un qualsiasi insetto in movimento le si avvicinasse, inconsapevole del proprio destino. Un gruppo di entomologi locali che rientrava nottetempo da una spedizione di ricerca s’imbatté nella piana di Ottana in uno strano «raduno notturno» di Stregone: imprevista congregazione, di cui nessuno ha finora saputo spiegare in modo soddisfacente la vera ragione.
La Saga pedo è specie rigorosamente protetta in Austria e Francia, dove la sua presenza come prezioso relitto della natura steppica orientale può giustificare un decreto prefettizio di tutela dell’habitat, trasformandola così in una specie-ombrello che tutela tutto l’ambiente circostante. Ma da molte parti s’invoca la sua salvaguardia assoluta a livello dell’Unione europea, così come è già avvenuto per altri animali e piante «testimoni del passato», e frammenti di uno straordinario mondo naturale, che purtroppo sembra ormai destinato a ridursi, se non addirittura a scomparire del tutto.