Spesso, complice il tempo e la necessità di incastrare le varie relazioni, come accade in eventi del genere, vi sono fuori programma come quello iniziale di Vincenzo Valenzi che ha esaminato il percorso scientifico di Benveniste con la relazione «Dal Paf alla memoria dell’acqua». L’intervento di Gabriella Belisario sulla storia e il futuro dell’acqua ha dato l’idea dell’importanza storica dell’acqua per le società in particolare per Roma e il suo Impero. A seguire le impressioni di Maria Cristina Lucchetta traduttrice del libro e critica cinematografica.
Il vulcanico intervento di Giancarlo Pantaleoni, ordinario di farmacologia, ha poi ricordato l’importanza della scoperta del Paf che informava delle grandi qualità scientifiche di Jacques Benveniste, che poi si è ritenuto di ridurre a uno scienziato della domenica in occasione della ricerca sulle alte diluizioni.
Nella sessione Caos e Coerenza in Natura sono intervenuti Gianni Mattioli che ha sviluppato un’ampia riflessione sulle problematiche connesse alle esposizioni ai diversi inquinanti ed alla valutazione del loro impatto biologico; e Massimo Scalia che febbricitante non ha voluto mancare alla giornata in onore di Giuliano Preparata ed ha sviluppato l’analisi matematica del Rumore di Johnson dimostrando che in natura non tutto finisce nel disordine e nell’agitazione termica, ma che i fenomeni coerenti esistono e sono anche spiegabili (effetto tunnel, effetto Zhadin, ecc.).
Tra i fenomeni coerenti in biologia Giuseppe Quartieri ha esaminato i Sep (Skin Electric Partameters) e ha presentato un modello matematico in evoluzione che ci introduce allo studio dei meridiani cinesi come circuiti elettrici a resistenza variabile che rispondono a segnali fisici di varia intensità dai campi elettromagnetici al Potenziale vettore.
Nella parte finale della giornata due relazioni dai Centri di Ricerca di Frascati: Francesco Celani dell’Infn ha presentato i risultati delle reazioni nucleari nella cella di Arata con l’evidenza di formazioni di Elio e di un eccesso di Calore di circa 40 gradi, che è riproducibile.
Sarebbe quindi il caso di andare oltre le chiacchiere letterarie e di andare a vedere che accade nel laboratorio dove si cerca di decifrare il libro della natura.
Francesco De Marco ha fatto una revisione dello stato della ricerca sulla fusione fredda o meglio delle Reazioni nucleari a bassa energia indicando come obiettivi una riproducibilità del 100% degli esperimenti (attualmente è al 50%) e un resa energetica delle reazioni di interesse pratico e industriale, benché la ricerca sulle reazioni nucleari a bassa energia possa avere un suo valore anche solo scientifico o connesso alla scienza dei materiali.
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Fra gli interventi previsti c’è anche quello di P. Avino e M.V. Russo che all’ultimo momento non sono potuti intervenire.