Fusione fredda e dintorni: la ricerca continua

588
Tempo di lettura: 2 minuti

Ieri si è convenuto sulla necessità di continuare nello sviluppo teorico e sperimentale della Fusione Nucleare non convenzionale (Calda, fredda, Lern ecc.), consci che con uno sforzo importante e coordinato dei maggiori gruppi teorici e sperimentali si può pervenire nel breve medio termine anche ad applicazioni importanti sotto il profillo industriale ed energetico

Si è svolta alla Sapienza di Roma la conferenza di Allan Widom, fisico teorico di Boston. La riunione aperta da Massimo Scalia del Dipartimento di Matematica del’Università ospitante, è stata di grande interesse scientifico con la relazione di Widom seguita da oltre un’ora di discussione a tratti accesa, e dalla tavola rotonda a cui hanno partecipato Renata Mele di Enel, Luca Gamberale di Pirelli Labs, Giovanni Gigante del Dipartimento di Energetica della Sapienza, Yogi Srivastava del Dipartimento di Fisica di Perugia, Sergio Bartalucci e Francesco Celani dei Laboratori nazionali di Frascati dell’Infn, assieme ai numerosi presenti.

Si è convenuto sulla necessità di continuare nello sviluppo teorico e sperimentale della Fusione Nucleare non convenzionale (Calda, fredda, Lern ecc.), consci che con uno sforzo importante e coordinato dei maggiori gruppi teorici e sperimentali si può pervenire nel breve medio termine anche ad applicazioni importanti sotto il profillo industriale ed energetico.

Niente è scontato, né in positivo né in negativo, ma è forte la percezione che qualcosa è cambiato e che il nostro Paese potrebbe avere un ruolo importante nei nuovi scenari energetici che sembrano configurarsi all’orizzonte.

In realtà è da tempo che questi incontri si stanno moltiplicando. Il report di «New Energy Times» riporta lo stato dell’arte ad un anno fa.
L’attenzione su queste ricerche cresce, quindi, di giorno in giorno e possiamo considerare partita la corsa per arrivare ad applicazioni concrete.
In questa corsa l’Italia con la sua grande tradizione e i suoi centri di eccellenza pubblici e privati potrebbe giocare un ruolo decisivo.

Nel frattempo Allan Widom e Yogi Srivastava (ordinario di fisica a Perugia), hanno esteso e integrato l’analisi teorica degli esperimenti di Martin Fleischmann e Stanley Pons e degli altri esperimenti successivi alla cosiddetta Fusione fredda e alle Lern, alle reazioni nucleari calde o da tavolino (Hot fusion on desktop).
Pare sempre più configurarsi la soluzione teorica ai molti fenomeni nucleari anomali con la possibilità di raggiungere a breve medio termine risultati importanti nei settori applicativi dell’energetica della scienza dei materiali ecc.

Tutti elementi che insieme all’ultimo incontro presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate il 20 aprile, lasciano presagire che parte importante delle Istituzioni italiane è pronta a raccogliere l’opportunità che i recenti progressi teorici e sperimentali nello studio delle reazioni nucleari offre.

 

R. V. G.