Grande evento planetario in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente del prossimo 5 giugno. Alle 21 Cinemambiente presenta presso la sala 1 del Cinema Massimo di Torino «Earth, la nostra terra» (2009) di Yann Arthus-Bertrand.
Il film, co-prodotto da Elzévir Films e EuropaCorp di Luc Besson, sarà trasmesso simultaneamente nelle piazze e nei cinema di 100 paesi del mondo, oltre che su internet grazie ad una partnership con Youtube. Un evento unico per una pellicola spettacolare realizzata in 54 paesi e 120 siti.
Ancora una volta il cinema si fa portavoce della tematica ambientale. Questa volta però siamo ben oltre la rappresentazione e narrazione di un problema. Il cinema diventa mezzo di comunicazione di massa nel senso più stretto del termine, per la sua capacità di parlare ad una vastissima moltitudine di persone. È proprio questo l’obiettivo della proiezione planetaria prevista per il 5 giugno: non semplicemente porre all’attenzione della gente comune il problema ambientalista, ma farlo vedere a più persone possibili. Gridare al mondo intero che la nostra terra è in pericolo e che i colpevoli siamo anche noi.
Ma «Earth» non vuole essere un film negativo e catastrofista. Yann Arthus-Bertrand, fotografo, giornalista e ambientalista francese, mira a mostrare il bicchiere mezzo pieno: «La cosa importante non è che il 50% delle foreste sia scomparso, ma che il 50% ci sia ancora». Una pellicola costruttiva, fatta di immagini mozzafiato, riprese aeree che mostrano la grandiosità del nostro pianeta e le sue fragilità. Un documentario appassionato e coinvolgente che si propone di sottolineare le nostre responsabilità nei confronti della nostra terra e la possibilità che tutti abbiamo di rimediare, agendo nel nostro piccolo.
Un impegno, quello del regista e di tutta l’équipe, che dalle parole si concretizza nelle azioni. I proventi del film infatti, prodotto senza fini di lucro, saranno donati a Goodplanet.org, associazione senza fini di lucro orientata alla sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali. Inoltre, le emissioni di gas serra provocate da due anni viaggi aerei e in elicottero, indispensabili per catturare gli elementi più significativi e più interessanti della terra, saranno compensate sostenendo progetti non inquinanti.