Gli sforzi per ridurre l’ozono dovrebbero essere integrati a livello locale, regionale e globale
Gli sforzi europei per combattere il raggiungimento di livelli elevati di ozono conseguono solo un successo limitato. Sebbene l’Europa abbia costantemente ridotto le emissioni di inquinanti atmosferici che portano alla formazione di ozono negli ultimi decenni, i livelli di ozono rimangono sostanzialmente invariati, in molti paesi.
Un nuovo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), esplora le ragioni di questa apparente contraddizione, sulla base dei dati di AirBase (il data base dei dati europei della qualità dell’aria) e dei modelli di simulazione informatica per indagare sulla formazione dell’ozono a livello del suolo in Europa.
Elementi chiave del rapporto
Le variazioni annuali delle condizioni atmosferiche hanno un impatto significativo sui livelli di ozono annuale. Distinguere questo effetto rispetto a quello dovuto alla riduzione delle emissioni di precursori, pertanto, richiede lunghe serie di dati da reti di monitoraggio stabili. Purtroppo, estese serie temporali non sono generalmente disponibili, in particolare nel sud Europa, dove l’inquinamento da ozono è un problema grave.
La più lunga serie temporale di dati disponibile in Airbase (14-16 anni) riguarda quattro paesi. Essi indicano che l’ozono a livello del suolo è diminuito in modo significativo nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, nel corso degli anni 1990 e, successivamente, si è stabilizzato. Non sono state individuate tendenze significative in Austria e in Svizzera.
Diverse incognite complicano i tentativi di definire modelli inerenti i livelli di ozono. Esistono notevoli incertezze per quanto riguarda l’entità e la distribuzione di flussi di ozono e dei suoi precursori.
L’importanza delle condizioni meteorologiche nella formazione di ozono suggerisce che i previsti cambiamenti climatici potrebbero anche portare ad una maggiore quantità di ozono a livello del suolo in molte regioni d’Europa.
Modellistica al computer è stata utilizzata per stimare i livelli di ozono che si presenterebbero se le emissioni di precursori fossero diminuite (come riferiscono paesi europei) o se si fossero mantenute costanti al livello del 1995. I livelli di ozono registrati in 18 paesi in tutta Europa corrispondono più da vicino ai risultati del modello di previsione basato sul presupposto di un calo delle emissioni.
L’ozono a livello del suolo è divenuto un problema continentale, se non addirittura a livello mondiale. Gli sforzi per ridurre l’ozono dovrebbero essere integrati a livello locale, regionale e globale, con le strategie e le misure che contemporaneamente si adottano per ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici e di gas a effetto serra.
(Fonte Arpat)