Mobilità – Per gli italiani vince l’auto

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I dati evidenziano una robusta contrazione della domanda di mobilità, in crescita solo per motivi di lavoro

In questi giorni sono stati resi noti i risultati del rapporto congiunturale Isfort effettuato sui comportamenti di mobilità degli italiani relativi al primo semestre 2009. L’Isfort (Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti) si propone di favorire lo sviluppo della conoscenza socio-economica del settore, attraverso attività di ricerca e formazione.

L’obiettivo dello studio è stato un laboratorio di monitoraggio costante delle tendenze della mobilità degli individui in Italia che accompagni la ricerca analitica e la riflessione di approfondimento, e renda possibile la ricostruzione di quadri strutturali e tendenziali, nonché l’elaborazione di ipotesi sugli scenari prevedibili.

I dati dell’Osservatorio «Audimob», si basano su un’estesa indagine telefonica avvenuta nei mesi di febbraio e maggio 2009 interessando un campione stratificato (per sesso, per età e per regione) statisticamente significativo della popolazione italiana compresa fra 14 e 80 anni, definita «popolazione mobile», in quanto ha effettuato almeno uno spostamento di durata superiore a 5 minuti all’interno di un giorno feriale medio.

Questi dati poi sono stati messi a confronto con le medie annuali delle precedenti rilevazioni. La serie storica comprende complessivamente 36 rilevazioni distribuite nell’arco temporale 2000-2009.

L’indagine registra in modo dettagliato e sistematico tutti gli spostamenti effettuati dall’intervistato il giorno precedente l’intervista (solo giorni feriali), ad eccezione delle percorrenze a piedi inferiori a 5 minuti, raccogliendo anche informazioni, a livello prevalentemente percettivo/valutativo, sulle ragioni delle scelte modali, sulla soddisfazione per i diversi mezzi di trasporto, sugli atteggiamenti verso le politiche di mobilità sostenibile e così via.

Dallo studio è emersa una robusta contrazione della domanda di mobilità in questo primo semestre. Rispetto ai mezzi di trasporto l’auto registra una contrazione significativa (-5,7% di spostamenti), ma decisamente più contenuta rispetto a quella del mezzo pubblico (-18,7%). Nella ripartizione delle quote modali (solo mezzi motorizzati), l’auto segna un deciso progresso di circa 2 punti percentuali, raggiungendo l’83,8% del totale rispetto allo stesso periodo 2008, mentre il mezzo pubblico arretra dell’1,6%, attestandosi sull’11,5%, vale a dire il valore più basso mai osservato dal 2001 ad oggi.

I consumi di mobilità dei cittadini hanno resistito per oltre un anno all’incedere della crisi chiudendo in crescita nel biennio 2007-2008. Ma l’approfondirsi della recessione nei primi mesi del 2009, con il Pil che ha un segno negativo di oltre il 5%, alla fine ha bruscamente piegato la curva ascendente della domanda di mobilità.

Allo stesso tempo, la diminuzione media del prezzo del carburante nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2008 si è riflessa negativamente sull’uso dei mezzi pubblici che hanno visto scendere sia il numero dei passeggeri trasportati per km (in diminuzione del 5,1% rispetto al primo semestre 2008), in calo di oltre 9 punti percentuali e caratterizzato da un numero indice tra i più bassi mai osservati dall’avvio delle rilevazioni Audimob.

Il trasporto pubblico sembra quindi aver esaurito la buona spinta manifestata nel corso del 2007 e del 2008, favorita anche dai livelli record del costo del carburante registrati durante buona parte dello scorso anno, mentre riemerge la difficoltà strutturale di fidelizzare la nuova utenza e di competere in modo duraturo con il trasporto privato e con l’auto in particolare.

Altro fenomeno di particolare interesse, sempre legato alle gradi città, è la continua crescita dei viaggi inferiori ai 5 km. Infatti, sommando la mobilità di prossimità con quella a corto raggio si ottiene un valore pari al 61,9%, in aumento tra il 2008 ed il 2009 dello 0,8%.

Nella ripartizione complessiva degli spostamenti è inoltre da segnalare l’ulteriore arretramento della mobilità non motorizzata, come i tragitti a piedi o in bici, che anche se rimane il mezzo di trasporto maggiormente gradito, in grado di raccogliere un voto medio pari a 8,23 all’interno di una scala di giudizio da 1 (voto minimo) a 10 (voto massimo), la cui quota però scende sotto il 20% (19,5% contro il 20,9% del primo semestre 2008; è il valore più basso nella serie storica di «Audimob», molto lontano dal picco del 27,9% registrato nel primo semestre del 2002).

La diminuzione dei consumi di mobilità appare del tutto evidente anche nell’analisi di altri indicatori, ad eccezione della quota di popolazione mobile, che tra il primo semestre 2008 e lo stesso periodo del 2009 aumenta dello 0,5% (dall’82,1% all’82,6%).

In calo invece il numero pro capite di spostamenti della popolazione mobile (pari 3 nel primo semestre del 2009, ovvero 0,2 punti in meno rispetto allo stesso periodo del 2008), il tempo medio pro capite dedicato alla mobilità (qui la diminuzione è di ben 4 minuti sebbene il valore assoluto resti superiore all’ora giornaliera) e la distanza media percorsa (attestata a 36,2 km, in lieve contrazione rispetto al 2008).

Nel primo semestre del 2009 la motivazione che più di altre è alla base di uno spostamento è la gestione familiare, causa di oltre il 33% del totale dei viaggi. Il dato tuttavia è minore a quello registrato nello stesso periodo del 2008 quando si attestava sul 34,1%.

Il contrario si è registrato per quanto riguarda la motivazione lavoro, l’unica in crescita (+2,3%) ed in grado di ritornare secondo motivo in assoluto di avvio di uno spostamento (31,5% del totale), a svantaggio del «tempo libero» che raggruppa il 30,6% dei viaggi (-0,7% nel confronto 2008-2009). Anche il peso degli spostamenti per studio tende a ridimensionarsi, passando dal 6,1% al 5,6%.

La quota di viaggi per lavoro tende ad assumere dimensioni maggiori tra il 2008 ed il 2009 in tutte le categorie in cui è possibile classificare il campione, sia per profili socioanagrafici, sia per caratteri territoriali.

Le difficoltà del trasporto pubblico prima evidenziate trovano un’ulteriore conferma nei dati relativi alle propensioni di utilizzo dei mezzi di trasporto (misurato dal saldo tra le percentuali associate alle voci «aumentare l’uso» e «diminuire l’uso») che segnalano un calo leggero, ma significativo, dell’orientamento al maggior impiego del mezzo pubblico.

Per ultimo, nell’analisi degli indici di soddisfazione si registrano invece andamenti nel complesso positivi per le diverse modalità del trasporto collettivo: aumenta il voto medio assegnato all’autobus urbano (da 6,06 a 6,16), al pullman e autobus extraurbano (da 6,57 a 6,73), al treno di lunga percorrenza (da 6,53 a 6,70) e alla metropolitana (da 7,31 a 7,37).

Da segnalare in quest’ultimo caso che cresce ancora, seppure di poco, il divario di soddisfazione rispetto all’auto tra i residenti delle sole grandi città: il punteggio assegnato alla metropolitana sale a 7,45 (7,40 quello del primo semestre 2008), mentre quello assegnato all’auto scende a 7,24 (7,26 nel 2008).

In diminuzione invece la soddisfazione per l’aereo, che resta tuttavia su livelli alti (da 7,88 a 7,58) e per il treno locale (da 5,98 a 5,94).

Infine, tra i mezzi privati arretrano moto e bici, con voti tuttavia ben superiori all’8, mentre l’auto è nel voto medio totale sostanzialmente stabile (da 7,93 a 7,94).

(Nella Foto di Pina Catino una strada urbana ingolfata dal traffico)

(Fonte Isfort)