Il Wwf partecipa alla protesta e spiega le ragioni tecniche ed economiche del no alla struttura
Il Ponte sullo Stretto di Messina è un’opera insostenibile dal punto di vista economico, produrrà effetti devastanti dal punto di vista ambientale, con pesanti impatti su centinaia di migliaia di uccelli, pesci e cetacei che migrano lungo questa importantissima rotta di importanza internazionale, avrebbe un impatto sociale incalcolabile (decine di cantieri e piste di servizio previste anche in zone densamente abitate da decine di migliaia di cittadini) ed è un azzardo perché si troverebbe nell’area a maggior rischio sismico del Mediterraneo. Per tutte queste ragioni il Wwf sarà presente, anche questa volta, alla manifestazione indetta per domani per dire no al Ponte sullo Stretto.
«Lo straordinario patrimonio naturale dello Stretto di Messina – ha dichiarato Raniero Maggini, Vice Presidente Wwf Italia, che domani sarà presente alla manifestazione – deve essere la priorità guida nelle scelte del Governo e della politica più in generale, se si vuole realmente investire nel futuro di questo splendido territorio. E invece, in piena crisi economica, lo Stato immobilizza 1,3 miliardi di euro di fondi pubblici per il ponte, mentre dall’altro lato il servizio pubblico di traghettamento viene progressivamente smantellato, i cantieri stradali sono fermi, le ferrovie versano in condizioni precarie. Continuano a non trovare risposte le perplessità e le proteste della società civile, che si susseguono da anni, anche con la straordinaria manifestazione «Per lo stretto, contro il ponte» organizzata nel luglio del 2005 dal Wwf, con centinaia di imbarcazioni che attraversavano simbolicamente lo Stretto».
Perché il ponte non sta in piedi
Nell’aderire alla manifestazione nazionale di domani a Messina, alle ore 18 a Piazza Cairoli, «Contro il Ponte e per la tutela dei territori» il Wwf ricorda i punti che ancora oggi non sono chiari:
– L’opera costa 6,3 miliardi di euro ma oggi il Governo ne rende disponibili 1,3 per costruirlo, 1,2 miliardi in meno di quanto venne destinato quattro anni fa con la ricapitalizzazione della Stretto di Messina SpA. Chi mai metterà gli altri 5 miliardi di euro?
– Il costo dell’opera è di 2,4 miliardi di euro in più di quello con cui è stata vinta la gara (6,3 miliardi rispetto ai 3,9 miliardi di euro del maxiribasso presentato da Impregilo). Lo Stato come pensa di affrontare la ridefinizione dei rapporti con il general contractor capeggiato da Impregilo?
– Non risulta che siano stati superati tutti gli ostacoli tecnici di realizzazione di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km, per di più nell’area a maggior rischio sismico del Mediterraneo.
– Né è chiaro come si pensi di superare i problemi di gestione di un’opera, concepita per 100.000 veicoli al giorno quando stime ufficiali al 2032 prevedono solo 18.500 vetture al giorno?
– Dal punto di vista ambientale, oltre a comprendere due Zone a Protezione Speciale (Zps) tutta l’Area dello Stretto è tutelata dall’Europa in quanto «Important Bird Area», un aspetto che nel 2005 è già costato all’Italia la «messa in mora» da parte della Commissione europea per non aver adottato misure idonee a prevenire il deterioramento degli habitat e le «perturbazioni» dannose agli uccelli e per aver omesso la Valutazione d’Incidenza ambientale. Dal maggio 2009 il rilancio del progetto è di nuovo sul tavolo della Direzione generale ambiente della Commissione europea, chiamata a garantire il rispetto delle direttive comunitarie che tutelano questo preziosissimo patrimonio naturale.
Mare-ferro-strada: così funzionerebbe
Anziché continuare a sprecare risorse pubbliche in un progetto insostenibile, il Wwf ritiene invece prioritari i seguenti interventi:
– Il rilancio del traghettamento pubblico dello Stretto e lo sviluppo razionale di un servizio pubblico locale di «metropolitana del mare» per i pendolari delle due aree urbane di Reggio Calabria e Messina.
– Il completamento dei cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria e della SS106 Ionica, in un contesto di forte controllo e vigilanza degli organi dello Stato contro le infiltrazioni della criminalità organizzata, e dei collegamenti stradali tra Catania, Siracusa e Gela.
– La riorganizzazione dei nodi ferroviari di Villa San Giovanni e Messina e il potenziamento, sul versante calabrese, della linea litoranea tirrenica tra Battipaglia e Reggio Calabria, e delle relazioni tra questa, Taranto e Bari e, sul versante siciliano, delle linee ferroviarie di collegamento tra Catania, Messina e Palermo.
(Fonte Wwf)