Fao – La fame e il clima

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Preoccupazione in vista dell’aumento della popolazione che sarà di 9,2 miliardi di persone nel 2050. Speranze per Copenhagen

L’Organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione delle Nazioni Unite (Food and Agriculture Organization of the United Nations, Fao) ha già iniziato a lavorare alla preparazione della dichiarazione da adottare al Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare dei Capi di Stato e di Governo, che si svolgerà a Roma dal 16 al 18 Novembre 2009.

Invitando i governi di tutto il mondo a partecipare alle negoziazioni per concordare la dichiarazione, il Direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha inviato ai ministri degli Affari Esteri, della Cooperazione per lo Sviluppo e dell’Agricoltura dei Paesi Membri della Fao e alle Nazioni Unite un documento, per dare avvio alle consultazioni. Il documento, intitolato: «Contributo del Segretariato alla definizione degli obiettivi e delle possibili decisioni del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare», evidenzia la necessità di una «totale eliminazione della fame dalla faccia della Terra entro il 2025, e di una fornitura di beni alimentari sicura, sufficiente, sana e nutriente, per una popolazione mondiale che si prevede raggiungerà i 9,2 miliardi di persone nel 2050».

Il documento contiene anche un paragrafo dedicato ai cambiamenti climatici che riconosce che «i cambiamenti cimatici avranno impatti significativi sull’agricoltura, le foreste e la pesca», ma anche sulla disponibilità di acqua, che diventerà più variabile, e sulla produttività agricola e ittica specialmente nelle regioni tropicali e alle basse latitudini, dove sono situati molti Paesi in via di sviluppo. Il testo sottolinea che per far fronte alla crescente domanda alimentare, è necessario considerare l’adattamento ai cambiamenti cimatici in modo prioritario nella catena alimentare, ed anche migliorare il ruolo dei settori dell’agricoltura e delle foreste nella mitigazione dei cambiamenti cimatici.

Tra le altre cose, il documento mette in risalto l’importanza che un futuro accordo internazionale sul clima da concordare a Copenaghen in dicembre, e attualmente in fase di negoziazione, dovrebbe attribuire alla sicurezza alimentare e all’agricoltura.

(Fonte Focal Point Ipcc per l’Italia)