Una segnalazione giunta dai volontari che hanno descritto le condizioni pietose in cui sono tenuti i cani, e la difficoltà di poter adottare uno di loro e farlo curare
Felicetto, Panino, Billo… sono alcuni dei cani «ospitati» nel canile di Rieti. Ma in realtà sono l’ombra dei cani che erano. Alcuni volontari ci hanno inviato le foto che pubblichiamo e ci hanno descritto le condizioni veramente pietose in cui questi animali sono tenuti.
Ma il problema non è solo questo. Ci viene segnalato un movimento di cani dal comune di Tivoli a quello di Rieti, e ci viene descritta la difficoltà, da parte dei volontari di adottare un cane, è il caso di Felicetto, per poterlo far curare autonomamente.
Niente da fare, non è stato possibile. E il giorno in cui era stato comunicato di andarlo a prendere si materializza il titolare di un altro canile (privato), a cui viene consegnato.
I volontari, dopo mille peripezie descritte, alla fine si chiedono:
«Qual è il presupposto normativo in base al quale il direttore sanitario privato di una struttura privata può decidere di detenervi forzatamente un cane malato, senza ricoverarlo presso una clinica, a spese del comune proprietario (quindi dei contribuenti), a fronte di una richiesta di affido da parte di una associazione animalista con impegno al ricovero immediato del cane presso una clinica veterinaria, con liberatoria di ogni responsabilità nei confronti del comune e del canile?
«Quali sono le motivazioni formali per cui un Comune, oltre a non aver mai ottemperato alla legge costruendo un proprio canile pubblico e mandando i “suoi” cani a molti km di distanza in un canile privato, non consente l’adozione di un cane di sua proprietà, scegliendo di farlo detenere in un box a spese dei contribuenti (ad oggi è passato oltre un mese) piuttosto che farlo ricoverare in una clinica a spese dei volontari?
«Come mai Felicetto è stato inviato in quelle condizioni e senza microchip dalla Asl di Tivoli al canile di Rieti?
«Quando sarà adottabile Felicetto?
«E qualcuno vuole provare ad ottenere le risposte che noi non abbiamo ancora avuto».
Ma queste risposte non arriveranno mai se sono chieste così, tramite email… esistono organi che se interpellati, possono verificare puntualmente
l’applicabilità della legge.