Le due città non riescono ad essere il motore del cambiamento, e puntano ancora sulle discariche e sull’incenerimento massivo, a scapito delle politiche sulla raccolta differenziata
Le politiche sui rifiuti messe in atto in questi anni in Basilicata hanno portato alla realizzazione di mega discariche e inceneritori in sostituzione delle piccole discariche presenti sul territorio lucano, puntando così alla realizzazione di impianti per il trattamento del tal quale e per la separazione meccanica dei rifiuti dal tal quale.
Dal rapporto annuale che Legambiente fa sui «Comuni ricicloni» giunto alla XV edizione, si evidenzia in Basilicata una non riduzione dei volumi di rifiuti trattati ma solo una diversa ricollocazione rispetto agli anni passati. Sommati, la quota di rifiuti che viene incenerita a quella che viene conferita in discarica, non è stato notato una sostanziale riduzione di quantità e volumi dei rifiuti.
Dal rapporto scaturisce che solo con la raccolta differenziata si possono ridurre i volumi e le quantità in smaltimento anche dal punto di vista dei costi. La raccolta differenziata conviene, le gestioni integrate permettono infatti una ottimizzazione dei costi e delle rese dei circuiti di raccolta differenziata e di quelli della frazione non differenziata.
Essa deve essere finalizzata al recupero di materia, pena la scarsa efficacia in termini di risultati: basse percentuali di intercettazione delle frazioni, bassa qualità del materiale raccolto e quindi bassi ricavi dalla vendita del materiale.
In Basilicata, invece, dal rapporto scaturisce che:
– le due città capoluogo non riescono ad essere il motore del cambiamento: Potenza punta sull’impianto di incenerimento dei rifiuti che già c’è e Matera su un nuovo inceneritore ed entrambe su nuove discariche.
– Molti Comuni però anche si sono avviati sulla strada del «porta a porta» e dell’organizzazione di un sistema integrato di gestione dei rifiuti che vede al centro la raccolta differenziata spinta con recupero dei materiali raccolti, seppur in assenza degli impianti di compostaggio per il trattamento della frazione umida che consentirebbe a questi comuni di ridurre lo smaltimento a percentuali minime.
– La città di Potenza dal 1998 al 2008 è passata da una percentuale di raccolta differenziata del 9,5% al 17,6%, e con il tasso medio di crescita che la città ha fatto registrare in media in questi ultimi dieci anni, lo 0,8% di incremento annuo, avremo bisogno di più di 50 anni per arrivare ai livelli di raccolta differenziata che le normative ci chiedono oggi.
– Quando si tratta di rifiuti nelle città di Potenza e Matera si verificano solo inefficienze e scarsa volontà di perseguire l’interesse collettivo con una soluzione efficace ed efficiente del problema. Risulta impensabile che oggi le politiche regionali debbano ricorrere alla discarica e all’incenerimento massivo e solo domani al riciclaggio, alla differenziazione dei flussi nelle case e negli uffici, alla riduzione all’origine, a cambiare comportamenti e stili di vita.
– C’è un’Italia che ha innestato la marcia delle buone pratiche a livello europeo e della protezione dell’ambiente che significa anche ritorno economico, altre, come Potenza e Matera, non ancora.
Un risultato positivo riguarda invece la città di Salerno, che è l’unico capoluogo riciclone del centro sud, che nel giro di pochi mesi ha raggiunto il 45,7% di raccolta differenziata.
Il dato delle grandi città è importante perché pesa molto sul sistema sia in termini di numeri, ma anche di maggiore capacità di fare sistema, in presenza di migliori fattori di scala e, soprattutto perché può avere un «effetto traino» per i Comuni più piccoli del comprensorio.
(Fonte Legambiente Basilicata)