No alle ronde contro i lupi

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La vera minaccia è il bracconaggio. Un problema diverso invece è il randagismo che va affrontato con estrema serietà

In risposta alla soluzione delle ronde proposte da Coldiretti contro i lupi, il Wwf si dichiara assolutamente contrario e afferma che questo «dimostra l’incapacità dei governi locali a gestire la convivenza con la fauna selvatica» e che invece l’attività pastorale nel contesto alpino ha bisogno di recuperare le conoscenze e l’approccio all’allevamento che si sono abbandonate con l’estinzione del lupo nel secolo scorso».

Il lupo è una specie protetta e come tale il Wwf propone quindi di trovare forme di convivenza, che «l’esperienza in altri territori offre, e pratiche di allevamento che contemplino la presenza di predatori, quali: custodire gli armenti al pascolo nelle ore notturne, sorvegliare i giovani nelle prime settimane di vita, servirsi di cani appartenenti a razze debitamente addestrati, e questi sono solo alcuni esempi».

La soluzione delle ronde è stata intrapresa dalla Svizzera, dove solo pochi giorni fa è stato ucciso un esemplare nel cantone Vallese.

L’Associazione precisa che non si ha memoria nel nostro Paese di minaccia del lupo a persone, ma la vera minaccia è il bracconaggio perpetrato ovunque con veleni, lacci e armi da fuoco che mietono vittime tra lupi, orsi, linci, aquile, grifoni e altri animali.

Un problema diverso è il randagismo che va affrontato con serietà non colpevolizzando gli animali, ma spingendo gli enti preposti a far rispettare le leggi e promuovere tutte le azioni necessarie a stroncare il fenomeno, evitando speculazioni in materia.

«Il Wwf rimane pienamente disponibile a sedersi a tavoli comuni per affrontare in modo scientifico tali criticità consapevoli della necessità di preservare il nostro ancora invidiabile patrimonio di biodiversità e le attività silvo-pastorali» dichiara Massimiliano Rocco, responsabile Programma specie del Wwf Italia.

(Fonte Wwf Italia)