Morto ai confini con il parco dei monti Lucretili. Questi cavetti d’acciaio mortali per selvatici ma anche per cani domestici
Gli uomini del Corpo forestale dello Stato di Rieti, in servizio presso il Comando Stazione di Scandriglia, nello svolgimento del servizio di controllo del territorio, sono stati avvertiti da un cittadino della presenza di una carcassa di un animale presumibilmente riferibile ad un lupo. La pattuglia, arrivata sul posto indicato, in località Fosso Maestro, nel Comune di Scandriglia, non molto distante dal confine con il Parco Regionale naturale dei Monti Lucretili, ha trovato l’animale morto.
Il giovane esemplare di lupo (Canis lupus) giaceva a terra a pochi passi da un corso d’acqua con segni evidenti, sul collo, di una lacerazione provocata da una cordina in acciaio di quelle collocate dai bracconieri per catturare fauna selvatica di taglia media. La cordina cingeva ancora il collo del malcapitato lupo.
La forza della disperazione aveva fatto in modo che il lupo riuscisse a spezzarla, ma la lacerazione provocatagli dalla stessa corda gli è stata fatale. È morto così vicino all’acqua nel tentativo di spegnere la sete data dall’infezione che lo stava divorando.
Sul posto gli agenti della Forestale hanno fatto intervenire un veterinario dal Comune di Orvinio e i Guardia Parco, nell’ottica di una sempre fattiva collaborazione. Il veterinario, nel constatare il decesso del giovane lupo (un maschio di circa un anno e mezzo), ne ha disposto il trasporto all’Istituto Zooprofilattico di Rieti per gli accertamenti di competenza.
Si deve rilevare ancora una volta come questi micidiali «lacci» posizionati da gente senza scrupoli non facciano sconti, diventando trappole mortali per i selvatici ma a volte anche per i cani domestici e per quelli da caccia.
Il «laccio» uccide silenziosamente e il malcapitato muore lentamente e anche quando riesce a liberarsi, come ha fatto il giovane lupo in questione, non vuol dire aver poi salva la vita. L’impegno del Corpo forestale è sempre teso a prevenire e reprimere i reati di bracconaggio e spesso gli agenti forestali si trovano impegnati a bonificare intere zone da questi illeciti mezzi di caccia.
(Fonte Corpo forestale dello Stato)