Quel gasdotto non ha altra strada?

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Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno richiesto di voler considerare le loro osservazioni per salvare habitat e specie faunistiche d’interesse prioritario

Alle volte proprio non si sa se è impreparazione o sfregio. Ma ci si muove nell’ambiente con passo pesante come nel caso del gasdotto che passerà in Sardegna. Il Gruppo d’Intervento Giuridicoegli Amici della Terra prendono l’iniziativa che riportiamo e che è consultabile on line, proprio mentre è tuttora in corso il procedimento di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione del gasdotto Algeria – Sardegna – Toscana grazie all’importante accordo internazionale con l’Algeria del novembre 2007 per far giungere il gas naturale in Sardegna attraverso il gasdotto Galsi, il cui percorso terminerà nell’Italia centrale.

All’utilità della fonte energetica alternativa, si fa notare, dovrà esser connessa la minimizzazione degli impatti sull’ambiente mediante la procedura di valutazione di impatto ambientale. E se ne sente proprio il bisogno, vista l’area marina del basso Sulcis, importante per la pesca locale oltre che per i valori ambientali, e visto l’interessamento della costa di Golfo Aranci, dove i picchetti dei tecnici fanno capire quali disastri paesaggistici possono causare tracciati poco meditati.

Per questo le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno richiesto (esposto del 28 agosto 2009) al ministro dell’Ambiente, all’assessore regionale della Difesa dell’ambiente ed alla Commissione europea di voler considerare le osservazioni riportate nella relazione consultabile nel sito per le opportune considerazioni ed adozione di modifiche progettuali finalizzate al mantenimento di habitat e specie faunistiche d’interesse prioritario.

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