Elettrosmog – La Calabria in rete

750
Tempo di lettura: 2 minuti

La sezione calabrese è ora inserita nel catasto nazionale delle fonti elettromagnetiche

La conoscibilità dei dati ambientali, con riferimento alle sorgenti di campi elettromagnetici, sarà presto garantita da un data-base, consultabile via web da tutti i cittadini. È anche con questo obiettivo finale che l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria), attraverso il suo Centro Funzionale Strategico «Radiazioni non Ionizzanti e Rumore» di Cosenza, diretto dall’Ing. Emilio Rosignuolo, ha eseguito nei termini previsti gli impegni formalizzati da un’apposita convenzione siglata con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) per popolare il catasto delle sorgenti elettromagnetiche di bassa frequenza presenti in Calabria nel data-base nazionale gestito dall’Osservatorio Nir.

Il completamento nei termini stabiliti dei lavori previsti dalla convenzione (ottenuto con la collaborazione del dirigente del Settore tecnico della Direzione scientifica, ing. Domenico Vottari, e dell’ing. Giuseppe Garofalo del Cfs Nir e Rumore, ha consentito tra l’altro ad Arpacal di introitare le importanti risorse finanziarie connesse all’attuazione della convenzione.

«Tale importante obiettivo – afferma l’ing. Rosignuolo – pone l’Arpacal in linea con gli standard di informatizzazione dell’Ispra e delle altre Agenzie regionali di protezione ambientale e costituisce, appunto, il presupposto essenziale per i successivi piani di gestione informatizzata dei dati riferiti alle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti».

Oggi, quindi, i dati del catasto calabrese vengono prelevati dai server Arpacal in automatico dai computer dell’Ispra che, in attesa di un apposito decreto ministeriale relativo al catasto elettromagnetico nazionale, rende consultabili le informazioni solo ai soggetti abilitati.

Arpacal, avendo raggiunto questo obiettivo di interconnessione dei propri dati con quelli nazionali gestiti da Ispra, nel prossimo futuro sarà, quindi, in grado di renderli consultabili anche sul proprio sito web, liberamente.

«Lo scopo della banca dati – conclude Rosignuolo – è dunque duplice: da una parte agire da supporto alla pubblica amministrazione nella conoscenza dello stato dell’ambiente in relazione all’inquinamento elettromagnetico in vista di provvedimenti o regolamenti di prevenzione; dall’altra rispondere alle esigenze di reporting ambientale con l’obiettivo di caratterizzare con indicatori precisi l’inquinamento elettromagnetico e le relative attività di controllo».

(Fonte Arpacal)

(La foto è di Pina Catino)