È a rischio la cultura scientifica

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La riduzione delle ore di insegnamento delle Scienze nelle scuole, previsto dai tagli della nuova riforma mette in serio pericolo l’insegnamento scientifico

L’Associazione nazionale insegnanti di scienze naturali (Anisn) ha elaborato delle proposte per migliorare la nuova riforma secondaria superiore.

L’Anisn sta raccogliendo firme in difesa dell’educazione scientifica (tutti gli insegnati, genitori, studenti, ex docenti, ricercatori, medici, giornalisti, ecc. che vogliono sostenere l’appello possono andare nel sito www.anisn.it, poi in «difesa dell’educazione scientifica» in cui si apre una finestra dove è possibile lasciare il nome, indirizzo e-mail e professione, cliccando su firma il nominativo sarà pubblicato),perché i nuovi quadri orari degli Istituti professionali e tecnici prevedono una notevole riduzione delle ore d’insegnamento (di biologia, di scienze della Terra, Fisica e Chimica), ad esempio sono previste solo 2 ore di biologia alla settimana (66 ore in un anno) in un corso di 5 anni. Non sono previsti laboratori di scienze naturali in nessun corso del professionale e in nessun corso dei tecnici, compresi anche i licei classici.

L’appello proposto dall’Anisn al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca chiede di garantire che il riordino della scuola italiana riconosca all’educazione scientifica un ruolo di primo piano e lo spazio adeguato. In quanto il nuovo riordino della scuola secondaria superiore in via di approvazione mette in pericolo, a causa di drastici tagli, il futuro dell’educazione e dello sviluppo scientifico.

Agli studenti, invece, deve essere garantita la formazione scientifica di base perché possano: sviluppare le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per interpretare i fenomeni naturali fruire in modo corretto e consapevole delle moderne conquiste della scienza e della tecnologia.

La Ricerca internazionale, l’Unione europea e l’Ocse convergono su questa indicazione.

L’approccio scientifico richiede tempo per poter svolgere tutte le attività caratteristiche del procedere scientifico, per far  acquisire agli studenti la cultura scientifica cruciale per lo sviluppo di competenze di alto livello.

Queste esigenze sono in netto contrasto con le nuove norme che portano ad una diminuzione delle ore di scienze sperimentali riscontrabile in quasi tutti gli indirizzi previsti dai nuovi ordinamenti: nei bienni degli istituti tecnici e professionali, si diminuiscono le ore delle scienze sperimentali e si dimezza il tempo per il laboratorio riducendolo con ciò a un ruolo marginale; nei bienni dei licei classico e artistico, addirittura, mancano del tutto gli insegnamenti scientifico-sperimentali.

Bisogna, invece, valorizzare quanto già fatto per migliorare l’insegnamento scientifico (Piano Iss, Insegnare scienze sperimentali, Progetto lauree scientifiche, ricerche nelle Ssis per la formazione iniziale degli insegnanti) tenendo conto delle migliori esperienze didattiche maturate nella scuola.

Occorre, pertanto, distribuire con maggiore equilibrio gli insegnamenti all’interno del tempo scuola complessivo, dando alle scienze sperimentali spazi e tempi di lavoro adeguati in tutti gli indirizzi.

(Fonte Insegnanti di scienze naturali, chimica e fisica)