Ddl Orsi – Il «No» della Conferenza Stato-Regioni

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La posizione negativa espressa è oramai ufficiale: la 157 potrebbe essere solo migliorata e per farlo devono essere coinvolte realmente tutte le parti

Bocciatura del testo unificato del Disegno di Legge del sen. Orsi anche da parte della Conferenza Stato-regioni.

Un altro fondamentale rifiuto alla riforma della 157/92 in materia di caccia proposta dal senatore Orsi nel testo unificato del Disegno di Legge che prende il suo nome.

«La Conferenza Stato-Regioni, organismo permanente di consultazione per le norme proposte e in discussione, ha bocciato quasi all’unanimità (ad esclusione della Regione Veneto) il Ddl Orsi. La posizione negativa espressa martedì scorso è oramai ufficiale: la 157 potrebbe essere solo migliorata e per farlo devono essere coinvolte realmente tutte le parti e non solo chi ha interesse a cacciare! – dichiara Daniela Casprini dell’Associazione vittime della caccia – l’impianto della 157/92 e il suo spirito di conservazione e recepimento delle direttive europee deve essere la base da cui non si può trascendere. Non dimentichiamoci che la legge stabilisce che l’attività venatoria è una concessione dello Stato non certo un diritto di pochi armati a cui verrebbe ulteriormente affidata l’intera gestione del territorio, anche i fondi dei privati!».

La forzatura che il mondo venatorio più estremista ha voluto con questo disegno di legge, in realtà ha fomentato l’opposizione dell’opinione pubblica, anche alla luce dell’altissimo numero delle vittime che anche questa stagione venatoria sta riportando alle cronache, come dichiara la presidente dell’Associazione vittime della caccia «la gente comune rimasta ferita dalle armi da caccia durante l’attività venatoria, alcuni a casa propria… sono ben 6! Mentre i morti per armi da caccia tra la gente comune sono 4, uno in ambito venatorio e 3 in ambito extra venatorio. I cacciatori feriti durante la loro attività sono 11 e i morti 6 (5 in ambito venatorio). 17 feriti e 10 morti per armi da caccia in nemmeno un mese: Si traggano le proprie considerazioni secondo coscienza e non gridando al pretestuoso allarmismo, è tutto documentato!

«Se si deve ripensare alla 157 che lo si faccia in maniera restrittiva e garantista per le persone che non vogliono saperne di armi e cacciatori. Il territorio nazionale è patrimonio di tutti, le specie selvatiche non sono proprietà dei cacciatori che vogliono ucciderle e gli aspetti legati alla sicurezza nelle campagne antropizzate sono elementi che devono essere preminenti e trattati con l’attenzione che meritano, soprattutto in rapporto all’interesse generale e non alla bramosia di una lobby che è la minoranza nel Paese!

«Ne tenga conto la Commissione Ambiente del Senato», conclude Daniela Casprini dell’Associazione vittime della caccia.

(Fonte Associazione vittime della caccia)