Libri per bambini dalle foreste distrutte

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Provato come la Cina stampi i libri con la cellulosa proveniente dalla distruzione delle foreste pluviali indonesiane. Sterminio di oranghi e catastrofe climatica

Un vero inferno di fuoco e ceneri si cela nei libri per l’infanzia.

Foreste in fiamme, violenze, comunità indigene costrette alla fuga, sterminio di oranghi, catastrofe climatica: è questo il costo della cellulosa proveniente dall’Indonesia, presente in quantità nei libri per bambini stampati in Cina.

Lo denuncia oggi il Wwf con una spettacolare azione dimostrativa alla Fiera del Libro di Francoforte, dove un gruppo di «oranghi» ha aperto uno striscione contro la distruzione delle foreste pluviali indonesiane. La distruzione di queste foreste, oltre a rappresentare una minaccia al clima globale, sta portando all’estinzione di uno dei più vicini parenti dell’uomo, l’orango.

Su 51 libri per bambini analizzati dal Wwf, 51 contengono fibre di legno tropicale. «Legni di alberi come la Shorea (meranti) o la Rhizophora non provengono certo da piantagion», spiega Nina Griesshammer del Wwf, secondo cui oltre un terzo dei libri importati dall’estero, proviene dalla Cina, per un corrispettivo di 41.000 tonnellate di carta.

Circa il 17 % della cellulosa prodotta nel mondo viene ormai importata dalla Cina, che da sola consuma la metà della cellulosa indonesiana. È proprio qui che si consuma una delle più terribili tragedie: la distruzione della terza foresta pluviale del pianeta, per fare spazio alle piantagioni di acacia. La deforestazione, il drenaggio del suolo torboso (uno strato di metri e metri di torba), e i terribili incendi che ne conseguono, comportano il rilascio in atmosfera di quantità immense di carbonio (fino a 300 tonnellate per ogni ettaro di foresta umida), contribuendo massicciamente al riscaldamento globale del pianeta.

Tra i principali attori di questa devastazione, il gruppo Sinar Mas, attraverso il colosso cartario Asia Pulp and Paper (App) e le sue consociate. Nella sola provincia di Riau, nell’isola di Sumatra, il 40 per cento della deforestazione è opera della App. Nel mirino dell’impresa anche il santuario degli oranghi: il parco nazionale di Bukit Tigapuluh.

L’inferno delle foreste indonesiane non si nasconde solo nei libri, ma anche sotto le griffe. Secondo la denuncia dell’associazione Terra!, imballi e shopping bag di diversi nomi della moda sono prodotti da una consociata della App, Pak2000, che fa uso della cellulosa fornita dalla App.

(Fonte Salva le Foreste)