Quei romani poco ecologici

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Sin dall’antica Roma l’attività umana aveva inciso la tenuta ambientale del territorio

Piacevole appuntamento con la cultura, con i classici e con l’antica Roma venerdì a Castello di Andrano, Lecce.

A partire dalle 19 Paolo Rausa, storico dell’antichità, latinista, ambientalista nonché ideatore dell’iniziativa, darà il via alla lettura di alcuni brani scelti. Verranno letti e ampiamente argomentati passi delle Georgiche di Virgilio, la Storia Naturale di Plinio, i Carmi e le Epistole di Orazio, il Crizia di Platone, le Orazioni di Cicerone e altro ancora. Suggestivo il commento musicale di Pasquale Quaranta e le immagini di natura rigogliosa e violata che accompagneranno il tutto.

Nel corso di questa originale iniziativa ci si  porrà delle domande su quanto si consuma sulla terra, su quanto consumavano gli antichi e nel contempo si forniranno risposte che, contrariamente all’usuale, proveranno direttamente dal passato attraverso poeti, filosofi e grandi oratori.

Paolo Rausa condurrà alla scoperta di importanti elementi. Leggendo ci si renderà conto di quanto sin dall’antica Roma l’attività umana aveva inciso la tenuta ambientale del territorio. Il disboscamento di intere montagne, l’invivibilità delle città, la sfrenata attività edilizia e la deplorata attività estrattiva unita a vere e proprie stragi di animali nel corso dei ludi circensi, avevano ridotto la terra a queste quattro ossa, dicendola secondo Platone.

Una simile modernità non può non diventare motivo di riflessione, valida ragione di cambiamento di quelli che sono gli stili di vita attuali. Un cambiamento necessario per  non compromettere irreparabilmente il destino della Terra, per garantire alle future generazioni un mondo vivibile e sano.