L’Enel si candida a realizzare quattro centrali in Italia, ma le sue dichiarazioni pubbliche su tempi e costi necessari non convincono
Sulle prime indiscrezioni a proposito delle quattro centrali nucleari che si vorrebbero costruire in Italia lasciano perplessi i costi presentati. Infatti, fuori dai confini nazionali, i costi per la costruzione delle centrali risultano essere almeno doppi di quanto dichiarato dalla società elettrica. Proponiamo l’ultimo editoriale pubblicato su «QualEnergia», da Gianni Silvestrini, Direttore scientifico.
Mentre appare sempre più evidente che l’elenco dei potenziali siti nucleari non verrà reso pubblico prima delle prossime elezioni regionali, fioriscono le indiscrezioni. Si dice così che le prime quattro localizzazioni potrebbero essere concentrate in tre aree. Una coppia di due impianti in Piemonte o in Emilia Romagna, utilizzando i siti delle centrali preesistenti di Trino e Caorso, un’altra centrale nel Lazio a Montalto di Castro e una in Puglia. Peccato che queste Regioni si siano dichiarate tutte contrarie al nucleare e che abbiano già fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge 99/2009 che tende a espropriare i loro poteri in questo ambito.
Malgrado l’attuale fase di incertezza, Enel si è fatta avanti ipotizzando un percorso realizzativo che prevede entro un anno l’identificazione e la caratterizzazione del primo sito, entro l’agosto del 2011 il rilascio del permesso a utilizzarlo, per avere poi la prima gettata di calcestruzzo nel luglio 2015 e finire i lavori cinque anni dopo. Dire che si tratta di un percorso di fantasia è poco. Intanto vedremo cosa succederà dopo la scelta dei siti…
E passiamo ai costi. Sempre Enel parla di un costo di 16-18 miliardi di euro per le prime quattro centrali di potenza unitaria 1,66 GW. Un dato decisamente sottostimato, come ci ricordano le ultime quotazioni internazionali. In Turchia la russa Atomstroyexport ha perso una gara per avere proposto la produzione di elettricità nucleare all’esorbitante costo di 21,16 ?cents per kWh, contro un prezzo medio di vendita nel Paese di 7,9 ?cents per kWh.
Altro esempio che dovrebbe far riflettere è quello di Areva, la società francese dalla quale Enel vuole comperare le centrali, che ha predisposto un’offerta in Canada per due impianti Epr da 1.600 MW di 23,6 miliardi di dollari (5 ? per kW installato) e questo senza includere nel costo la garanzia della copertura di eventuali innalzamenti dei prezzi, mancanza di garanzia che ha messo in ginocchio la compagnia francese nella realizzazione della centrale finlandese di Olkiluoto.
Dunque Areva propone, per le stesse centrali, un prezzo doppio rispetto alle stime di Enel di 2,6 ?/kW. C’è decisamente qualcosa che non quadra.
Intanto gli operatori statunitensi, che sono alle prese con l’ipotesi di rientrare nel nucleare sfruttando gli incentivi che aveva previsto Bush, si stanno rendendo conto che i costi rischiano di essere molto più elevati rispetto alle loro stime. Un grafico (vedi pdf) riporta i costi di costruzione «overnight», cioè senza i costi finanziari che, se i tempi di costruzione si allungano, diventano molto gravosi.
Su questi temi QualEnergia organizza il 28 ottobre alla Fiera di Rimini, nell’ambito di Key Energy, il convegno «C’è un futuro per il nucleare in italia?», con la partecipazione di Filippo Bernocchi, Alessandro Clerici, Edgardo Curcio, Sergio Garribba, Massimo Scalia e Lino Zanichelli, moderati da Antonio Cianciullo de «La Repubblica».
(Fonte QualEnergia)