Valorizzare l’habitat marino per proteggerlo

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Le conoscenze scientifiche acquisite ed elaborate durante il progetto, presso il Santuario Pelagos, possono essere lo strumento di supporto per accrescere la conoscenza ecologica dell’area

Il progetto Gionha (Governance and integrated observation of marine natural habitat) è un progetto transfrontaliero marittimo, ovvero che si svolge attraverso le frontiere, Italia-Francia, finanziato dall’Unione europea.

Il capofila del progetto è Arpat ed i partner sono rappresentati dall’Oec (Office de envirennement de la Corse), regione Liguria, Dipartimento ambiente, regione Sardegna, Servizio tutela della natura, provincia di Livorno, U.S. Pianificazione e tutela del suolo. La tematica progettuale è quella della tutela e della valorizzazione della risorsa marina transfrontaliera di particolare pregio naturalistico e la sensibilizzazione alle tematiche ambientali di salvaguardia degli habitat marini.

L’area di interesse del progetto è rappresentata dall’area marina definita «Area specialmente protetta di rilevanza del Mediterraneo (Aspim ai sensi della Convenzione di Barcellona), il Santuario Pelagos».

Il Santuario Pelagos, detto anche Santuario dei Cetacei, è un’area marina protetta istituita nel 1999 in acque internazionali grazie all’accordo tra Francia, Principato di Monaco e Italia. Dopo la ratifica finale da parte dei tre paesi, l’accordo sul Santuario Pelagos è entrato ufficialmente in vigore il 21 febbraio 2002.

L’area di interesse del progetto Gionha si estende per circa 90.000 Km2 nel Mediterraneo nord occidentale e interessa le coste tocane, liguri, corse e del nord della Sardegna. La concentrazione di balene e delfini in quest’area è particolarmente alta, grazie soprattutto alla particolare ricchezza trofica delle acque del Mar Ligure e quindi alla grande disponibilità di cibo, tanto che lo «whale watching» (l’osservazione dei mammiferi marini) è diventata una delle attività principali assieme alla tutela e alla salvaguardia dell’ambiente marino.

Il progetto

Il progetto è particolarmente rivolto alla comunità scientifica, agli attori del mondo economico legato alla pesca, agli operatori turistici, alle autorità preposte al controllo del territorio e dell’ambiente marino costiero, alle autorità locali volte alla valorizzazione del territorio, agli studenti e ai cittadini.

Nell’ottica della salvaguardia delle popolazioni dei cetacei e degli altri valori naturalistici dell’area, le conoscenze scientifiche acquisite ed opportunamente elaborate sono lo strumento di supporto per accrescere la conoscenza dello stato e tendenza evolutiva degli indicatori che descrivono la funzionalità ecologica dell’area, e per un’azione educativa e di sensibilizzazione.

È importante, infatti, potenziare nei cittadini, turisti e portatori d’interesse pubblici e privati, la consapevolezza del proprio ruolo rispetto alla conservazione dei valori naturalistici marino-costieri dell’area e promuovere la partecipazione degli attori interessati nelle politiche di tutela e valorizzazione di tali risorse attraverso l’avvio di un processo di confronto partecipativo e di condivisione degli obiettivi per uno sviluppo ecosostenibile di tutto il territorio e delle attività produttive.

Gli obiettivi specifici del progetto

– L’aumento della conoscenza sullo stato ambientale degli ecosistemi marino/costieri caratterizzanti «il Santuario dei cetacei» attraverso un’attività di studio e monitoraggio della biologia e delle dinamiche di presenza dei cetacei nell’area e di altri habitat di particolare pregio (ad esempio: prateria di Posidonia oceanica) con l’obiettivo di creazione di un archivio informatizzato e georeferenziato sul censimento dei cetacei e sulle emergenze floro/faunistiche acquisite fino ad oggi da relazionare agli archivi esistenti e ai Sistemi informativi regionali ambientali.

– La realizzazione di azioni pilota per la diminuzione degli impatti delle attività antropiche sugli ecosistemi marini attraverso una gestione partecipativa. Sarà approfondita l’analisi delle interazioni tra le attività antropiche e la presenza dei cetacei e delle tartarughe marine nelle aree interessate per definire degli impatti derivanti dalla pesca e dalle attività marittime/commerciali sulle popolazioni, valutare il loro stato di salute e implementare una rete regionale per il soccorso e il recupero degli esemplari in difficoltà.

– Inoltre sarà realizzata un’indagine sulle principali fonti di inquinamento (acustico e rifiuti) e sull’integrità ambientale dei fondali accompagnata da azioni pilota di gestione dei rifiuti in collaborazione con i pescatori per ottenere una mappatura georeferenziata dei rifiuti sui fondali e avviare buone prassi per la loro gestione.

– Azioni di sensibilizzazione e valorizzazione degli habitat naturali marini rivolte agli stakeholder locali attraverso una gestione partecipativa. Organizzazione di workshop sulle problematiche studiate legate all’interazione della presenza dei cetacei con le attività portuali, turistiche/produttive.

– Azioni divulgative per cittadini e turisti, eventi rivolti al grande pubblico e valorizzazione didattico/museale dei reperti cetologici, e delle attività dell’Osservatorio Toscano sui Cetacei.

– Progetti didattici e divulgativi di educazione ambientale per promuovere la conoscenza degli habitat studiati rivolti alle scuole.

– La diffusione degli obiettivi, contenuti e risultati del progetto attraverso opportune attività di comunicazione.

L’Arcipelago Toscano rappresenta, nel Mediterraneo, l’ingresso Sud-Est del Santuario Pelagos. Per questo motivo la Regione ha ritenuto opportuno dar vita nel 2007 all’Osservatorio Toscano sui Cetacei (Otc). Il ruolo specifico dell’Osservatorio è quello di raccogliere e gestire le informazioni, soprattutto considerando prioritaria la condivisione dei dati e la loro elaborazione ai fini di una corretta attuazione delle normative vigenti e del piano di gestione del Santuario Pelagos, ma anche di una gestione integrata e di uno sviluppo veramente sostenibile.

Le ricerche svolte nell’ambito delle attività previste dal progetto Gionha, oltre ad acquisire le conoscenze sulle specie di cetacei stanziali od in transito, devono essere ispirate ad un concetto eco sistemico, perciò sono oggetto di studio le strutture, le funzioni, i processi e le relazioni tra gli organismi, soprattutto dal punto di vista trofico, in relazione all’ambiente fisico in un quadro spazio-temporale.

I cetacei presenti nel Santuario Pelagos

Le otto specie di cetacei regolarmente presenti nell’area del Santuario Pelagos possono essere suddivise, dal punto di vista delle loro preferenze di habitat, in tre grandi gruppi: le specie pelagiche (possono raggiungere profondità medie superiori a 2000 metri), tra cui la balenottera comune, lo zifio, il globicefalo e la stenella; le specie di scarpata profonda che raggiungono profondità tra 1000 e 1500 metri, come capodoglio e grampo; le specie neritiche o costiere (profondità inferiori a 500m) come il delfino comune e il tursiope.

Nell’area del Santuario Pelagos sono presenti anche altre specie protette nel Mediterraneo: tra le tartarughe abbiamo la tartaruga comune (Caretta caretta), la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea); tra gli squali: lo squalo bianco (Carcharodon carcharias), lo squalo elefante (Cetorhinus maximus), e la mobula (Mobula mobular).

(Fonte Arpat)