L’Ibimet ieri a Bari ha presentato i risultati di una ricerca relativa al nesso che c’è tra parchi cittadini e inquinamento atmosferico
In occasione del convegno «La città del futuro», tenutosi ieri presso l’Aula Magna «Aldo Cossu» dell’Università di Bari, organizzato dalla Progeam Srl in collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna – Ibimet e il Centro servizi florovivaismo (Cfs) di Canneto sull’Oglio (Mantova), sono stati presentati i risultati del lavoro di ricerca svolto dall’Istituto bolognese relativi alla interconnessione tra i parchi cittadini e l’inquinamento atmosferico. L’evento è patrocinato dal ministero dell’Ambiente, dalla regione Puglia, dall’Unione europea, dalla provincia di Bari, dal comune di Bari e dall’Arpa Puglia.
Dopo l’intervento introduttivo del moderatore del convegno dott. Rino Rutigliani (amministratore delegato Progeam) è stato il dott. Giovanni Tosi (Presidente Cfs) ad entrare nel merito del convegno raccontando l’esperienza sul campo della società lombarda precisando che nel centro da lui presieduto «non si producono soltanto piante per creare verde, ma si producono particolari specie di piante utili al fine del sequestro degli agenti inquinanti».
Al termine del primo intervento, con un cambio di scaletta, il microfono è passato all’assessore regionale all’ambiente dott. Onofrio Introna, il quale ha elencato i punti di forza dell’azione del governo regionale: dall’instaurazione di 12 nuovi parchi naturali regionali, tra cui il Parco regionale di Lama Balice, molto importante per la città di Bari, al secco rifiuto del nucleare caldeggiato dal Governo centrale e ancora dalla dotazione della stazione permanente di Protezione civile alle diverse leggi regionali a tutela del patrimonio ambientale.
Con l’intervento della dott.ssa Rita Baraldi dell’Ibimet si è entrati nel vivo della giornata: la ricercatrice ha esposto i risultati di uno studio dal titolo «Alberature e mitigazione del microclima urbano» che ha permesso di definire alcuni aspetti relativi all’interazione pianta-atmosfera. È emerso che gli alberi assorbono più CO2 degli arbusti, grazie alla struttura delle foglie; inoltre è stata stilata una speciale classifica delle specie arboree maggiormente indicate, tra cui le piante Caducifoglie ne detengono il primato.
La Baraldi ha affermato che «l’obiettivo della ricerca è quello di incentivare l’introduzione della florovivaistica» evidenziando l’importante apporto del Cfs alla ricerca dovuto soprattutto alla disponibilità del Centro ad analizzare e classificare molte specie di vegetali.
Inoltre per questo lavoro di ricerca l’Ibimet è stato candidato per il premio «Un bosco per Kyoto», assegnato ogni anno dal Presidente del Repubblica.
Al termine della prima relazione il prof. Luigi Forte, delegato del Rettore, ha portato i saluti del Magnifico Rettore, Corrado Petrocelli, e ha confermato l’impegno dello stesso nella promozione di iniziative votate alla tutela dell’ambiente e al miglioramento della qualità dell’aria: su questo binario s’incardina l’idea di istituire un Comitato per l’Ambiente all’interno dell’Università, composto da 15 docenti, al fine di collaborare con il Rettore nella programmazione di iniziative di promozione e formazione ambientale.
I docenti sono stati individuati anche nelle facoltà umanistiche e non soltanto in quelle scientifiche, con l’obiettivo di dare una maggiore completezza di vedute al Comitato.
Il prof. Forte conclude il suo breve intervento lanciando un monito ai presenti: «attenzione all’inquinamento genetico causato dall’utilizzo di specie non autoctone, che vanno a condizionare con il loro inserimento le specie tipiche del posto».
Durante la seconda relazione, «Efficacia delle piante nella cattura della polveri sottili: come funziona la soglia », tenuta dalla dott.ssa Camilla Chieco dell’Istituto Ibimet, si è parlato delle polveri sottili e del potenziale abbattimento dovuto all’azione di cattura delle stesse da parte degli alberi. La Chieco insiste sull’appunto fatto precedentemente dalla sua collega dicendo che «le piante e i giardini non hanno soltanto funzione estetica, in quanto con una scelta consapevole delle specie vegetali si può favorire l’azione di sequestro di CO2 e di Particolato atmosferico».
La dott.ssa Chieco ha specificato le caratteristiche delle polveri sottili «sono un insieme eterogeneo composto da particelle di grandezza variabile; il particolato può essere di origine naturale, industriale, dovuto a trasporto su gomma e in ultimo può derivare dalle emissioni dell’impianto di riscaldamento domestico. Il particolato si distingue in Pm10 o particolato grossolano, Pm2,5 o particolato fine e Pm1 o particolato ultrafine. Il Pm10 a causa della sua composizione è meno volatile e tende a cadere, posandosi dunque nei dintorni del territorio dove è stato emesso, al contrario il Pm1 o ultrafine è molto volatile e pertanto viaggia lontano dal luogo di produzione. Il particolato com’è noto causa dei disturbi alla salute: nel breve periodo crisi asmatiche e alterazioni respiratorie, nel medio e lungo periodo il particolato è causa di tumori ai polmoni e di problemi cardiorespiratori. esso può essere rimosso da pioggia, neve e, in misura minore, da foschia e nebbia».
In conclusione la dott.ssa Chieco ha precisato che per valutare la capacità di cattura del Particolato è necessario utilizzare dei metodi quantitativi (si fa riferimento in particolare alla velocità di deposizione) e altri qualitativi (utilizzando un microscopio elettronico per analizzare la superficie fogliare rispetto alla rugosità e alla vischiosità della foglia).
La parola passa nuovamente alla dott.ssa Baraldi per la terza relazione che verte sull’«Analisi dei benefici delle foreste urbane e relativi strumenti e politiche di sostegno». Sono ritenuti strumenti di mitigazione: il Protocollo di Kyoto (livello globale), la legislazione (livello nazionale), le azioni concrete sul territorio (livello locale), l’apporto delle famiglie e delle scuole (livello di comunità) e l’uso consapevole dei mezzi inquinanti (livello individuale).
Il modello «Stratum 2.0» è stato utilizzato per effettuare uno studio col quale sono state stilate le quantità di produzione di CO2 per ogni settore produttivo della vita, tale strumento serve a quantificare la reale portata di mitigazione di CO2 di un parco urbano.
«Chiaramente -conclude la Baraldi- le piante da sole non possono risolvere i problemi dell’inquinamento, che per essere concretamente abbattuto necessita di una svolta individuale e collettiva trasformando lo stile di vita di ognuno di noi».
Il convegno si avvia verso la conclusione con l’intervento della dott.ssa Cinzia Busano, delegata del Sindaco di Bari Michele Emiliano. La Busano è ritornata sull’importanza dell’istituzione del Parco regionale di Lama Balice, che oggi si estende per circa 400 ettari, grazie al lavoro svolto in sinergia con la provincia di Bari e il Comune di Bitonto, sotto l’egida della regione Puglia. La dott.ssa Busano precisa che «l’impegno odierno è quello di istituire una biblioteca e una teca multimediale presso una masseria ristrutturata sita all’interno del perimetro del Parco regionale di Lama Balice per offrire agli utenti un servizio di documentazione storico-culturale inerente al nuovo parco cittadino».
A chiudere i lavori è stato l’architetto Carlo Latrofa, delegato dell’assessore all’ambiente della Provincia di Bari dott. Barchetti, che ha portato i saluti del Presidente dott. Francesco Schittulli e ha tracciato il quadro propositivo che la giunta provinciale si propone di portare a compimento nei prossimi 4 anni e mezzo.
(La foto è di Stefania Petraccone)