Il «Bhopal bus tour» fa tappa in l’Italia

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Per sensibilizzare la gente sul più grande disastro ambientale accaduto nel 1984 in India, che provocò 25mila morti. Ancora oggi l’area non è stata bonificata e più di 100mila persone continuano a soffrire per le conseguenze del disastro

Dal 2 al 6 novembre la Sezione Italiana di Amnesty international e Greenpeace Italia ospiteranno il «Bhopal bus tour». Una delegazione di sopravvissuti al disastro avvenuto nella città indiana nel 1984 arriverà in Italia e prenderà parte a una serie di manifestazioni, iniziative e incontri pubblici a Parma, Roma e Milano, con l’obiettivo di riportare sotto i riflettori dell’opinione pubblica una tragedia che causò la morte di circa 25mila persone e che ancora oggi, dopo 25 anni, resta drammaticamente  attuale.

Bhopal (India) è un caso emblematico nel contesto della responsabilità delle aziende. Non è, infatti, soltanto una tragedia dei diritti umani del secolo scorso, ma rappresenta tuttora un triste esempio di come le imprese potenti spesso abbandonino a se stesse le persone che vivono in povertà e che sono vittime di loro errori. A distanza di 25 anni, gli abitanti di Bhopal non sono mai stati in grado di rivendicare i propri diritti e continuano a soffrire per le conseguenze del disastro.

La storia di Bhopal

Il 2 dicembre 1984, qualche minuto prima della mezzanotte, migliaia di tonnellate di isocianato di metile, un agente chimico utilizzato nella produzione di pesticidi, e oltre 12mila chili di reagenti chimici fuoriuscirono dallo stabilimento di pesticidi della Union Carbide (oggi Dow Chemical Company) di Bhopal, in India. Circa mezzo milione di persone fu esposto a questi gas tossici. Nel giro di pochi giorni ci furono tra le 7000 e le 10mila vittime e altre 15mila persone morirono nei 20 anni successivi. La maggior parte viveva in condizioni di povertà negli insediamenti abitativi precari che circondavano la fabbrica.

Le vittime erano spesso l’unica o la principale fonte di reddito delle rispettive famiglie e molti hanno perso anche il bestiame, altra fonte di reddito fondamentale. A causa dei problemi di salute, in migliaia hanno perso il lavoro o la capacità di guadagnare denaro. In pratica, tutti quelli che sono stati colpiti dalla fuoriuscita dei gas sono stati trascinati ancora più a fondo nella povertà.

A distanza di quasi 25 anni, l’area di Bhopal non è ancora stata bonificata né sono state condotte inchieste adeguate sull’incidente e sulle sue conseguenze. Più di 100mila persone continuano a soffrire di malattie associate al disastro, come disturbi respiratori, cancro, ansia e depressione, malformazioni genetiche e i sopravvissuti sono tuttora in attesa di ottenere una riparazione equa e adeguata per le sofferenze che il disastro ha provocato.

Sebbene il disastro sia avvenuto 25 anni fa, il terribile impatto della fuoriuscita di gas tossici sulla popolazione, sui terreni, sulle falde acquifere e nell’aria, è ancora presente. Molti sopravvissuti aspettano ancora di ottenere un risarcimento economico. Il sito della fabbrica non è ancora stato decontaminato. La fuoriuscita delle sostanze chimiche, così come il loro impatto, non sono mai state adeguatamente affrontate. Le misure messe in atto dal governo indiano per avviare una riabilitazione dei sopravvissuti al disastro, sia dal punto di vista delle cure mediche sia della riabilitazione socio economica, sono state insufficienti.

Nel febbraio 2001, inoltre, la Union carbide è passata sotto il totale controllo della Dow chemical company. Anche se la Union carbide continua a essere un’entità giuridica separata, la sua identità aziendale e tutte le sue attività sono interamente integrate con quelle della Dow che,  tuttavia, continua a dichiarare pubblicamente di non avere alcuna responsabilità per la fuoriuscita delle sostanze tossiche o per l’inquinamento provocato dall’impianto di Bhopal.

Nell’agosto 2008, il governo indiano si è impegnato ad affrontare alcune delle richieste della gente di Bhopal.

Una delle sue principali promesse era di istituire una Commissione con pieni poteri sul disastro di Bhopal con autorità e risorse adeguate per guidare e coordinare l’azione di governo. Secondo il governo, il processo di costituzione della Commissione è stato ritardato a causa delle elezioni politiche del 2009. Tuttavia, nel luglio 2008 una bozza del mandato della Commissione era già stata approvata da alcuni ministeri e il primo ministro aveva più volte sostenuto l’iniziativa.

Il programma del «Bhopal bus tour»

– 2 novembre, Parma

Ore 13 – 17. Piazza Giuseppe Garibaldi: i cittadini incontrano i sopravvissuti al disastro di Bhopal (in collaborazione con ParmaFrontiere).

– 3 novembre, Milano

Ore 12. Piazza Castello: incontro stampa a bordo del Bhopal bus

Ore 13 – 20. Via Luca Beltrami (di fronte al Castello): i cittadini incontrano i sopravvissuti al disastro di Bhopal.

Ore 21. Auditorium di Radio Popolare, via Ollearo 5: incontro pubblico e proiezione del film «The Yes Men Fix the World» di Andy Bichlbaum, Mike Bonanno e Kurt Engfehr (in  collaborazione con Cinemambiente).

– 4 novembre, Milano

Ore 9,30. Incontro con la scuola I.C. Cardarelli Massaua, via Strozzi 11

Ore 18. Circolo Arci «Cicco Simonetta», via Simonetta: incontro pubblico e mostra fotografica di Raghu Ray (in collaborazione con Arci Milano).

– 5 novembre, Roma

Ore 17. Aula Magna della facoltà di Economia dell’Università degli Studi Roma Tre: convegno «Imprese, diritti umani e ambiente. La responsabilità delle imprese per l’impatto delle loro attività in India, Nigeria e Italia», con la partecipazione, tra gli altri, di Giorgio Fornoni e Raffaele Guariniello (in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tre).

– 6 novembre, Roma

Ore 11. Ambasciata dell’India, via XX settembre 5: manifestazione e richiesta d’incontro con l’Ambasciatore per la consegna di 10.000 petizioni a sostegno della richiesta di giustizia per le vittime di Bhopal.

Ore 14 – 18. Piazza della Repubblica: i cittadini incontrano i sopravvissuti al disastro di Bhopal.

Ore 18,30. Galleria d’arte Love & Dissent, via Leonina 85: incontro pubblico e mostra fotografica di Alessandro Marongiu (in collaborazione con Love & Dissent).

In questa occasione interverranno

Rachna Dhingra, coordinatrice della Campagna internazionale per la giustizia su Bhopal.

Satinah “Sathyu” Sarangi, fondatore del Gruppo d’informazione e azione su Bhopal e amministratore della Sambhavna Clinic di Bhopal.

– Sanjay Verma, sopravvissuto al disastro di Bhopal, in cui ha perso i genitori e cinque fratelli.

– Safreeen e Amir Khan, fondatori dell’organizzazione Ragazzi contro Dow Chemical Company/Union Carbide Corporation.

(Fonte Greenpeace)

(La foto è di Raghu Rai)