La via europea per l’abbattimento delle emissioni

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I costi per ridurre emissioni di CO2 dipendono dal momento in cui si inizia ad agire e dalla volontà e dalla capacità dei decisori politici di trovare un accordo efficace che sappia superare il protocollo di Kyoto

Il viaggio verso un mondo a basso contenuto di carbonio deve iniziare il prima possibile se si vogliono contenerne i costi e se si vuole mantenere elevata la probabilità di mantenere la temperatura entro limiti ragionevoli. Agire subito, quindi, e con una prospettiva di lungo periodo.

Anche se temporaneamente i paesi dell’Unione europea dovessero essere gli unici a prendere misure drastiche, il posizionamento strategico rispetto agli altri paesi e l’anticipazione di investimenti innovativi li beneficerebbe sul lungo periodo.

Queste sono le conclusioni cui è giunto il progetto Recipe (Report on Energy and Climate Policies in Europe) che ha visto impegnati quattro istituti di ricerca altamente qualificati nelle scienze climatiche quali il tedesco Pik (Potsdam Institute for Climate Impact Research), il francese Cired (Centre International de Recherche sur l’Environnement et le Développement), l’inglese Eprg (Electricity Policy Research Group) e il Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici).

Ipotizzando un accordo sul clima post 2012, i ricercatori hanno analizzato i costi e le implicazioni in termini di investimenti e tecnologie delle diverse strategie plausibili per ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra. Il gruppo di ricerca ha quindi individuato i maggiori ostacoli esistenti e le migliori opzioni strategiche per l’Europa sul mercato internazionale.

Aspettare è costoso

Prendiamo ad esempio lo scenario, su cui hanno lavorato i ricercatori, che ha come obiettivo di stabilizzare la concentrazione di CO2 nell’atmosfera pari a 450 ppm entro il 2100; se le azioni di riduzione delle emissioni dovessero iniziare dal 2030 l’obiettivo sarebbe irraggiungibile, se dovessero partire dal 2020 si potrebbe raggiungere il traguardo stabilito, ma con costi che si innalzerebbero almeno del 46% rispetto al caso dove l’azione fosse immediata.

Posizionarsi strategicamente alla testa della innovazione è vantaggioso

I risultati parlano di un’Europa che trarrebbe vantaggi dall’implementazione immediata di politiche di mitigazione delle emissioni. Ipotizzando che un accordo globale sul clima verrà prima o poi raggiunto, si legge nel rapporto conclusivo di Recipe, allora i paesi dell’Unione avrebbero benefici economici dall’iniziare subito, anche da soli, il loro percorso per diminuire drasticamente le emissioni di CO2, mentre ogni ritardo porterebbe a costi assai elevati.

Il progetto Recipe punta l’attenzione su come gli sforzi globali di riduzione delle emissioni si traducono in costi per i diversi paesi e in particolare per l’area Ue e traccia un quadro per la transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio.

Non esiste una singola soluzione e la via europea verso una economia a basso contenuto di carbonio è composta da percorsi differenti che comprendono strumenti istituzionali, il rafforzamento di un mercato europeo delle emissioni, una robusta implementazione della direttiva sulle rinnovabili (che avranno un ruolo chiave in ogni futuro mix energetico che dovrà comunque esser il più ampio possibile), l’implementazione dei finanziamenti per Ricerca e Sviluppo (in modo particolare nel settore dei trasporti e della produzione di energia). Infine, l’Europa trarrebbe vantaggi dal mettere in campo strumenti di supporto ai paesi in via di sviluppo nella loro transizione verso una crescita a basso contenuto di carbonio.

Le responsabilità dei decisori

I costi per la stabilizzazione della temperatura dipendono dal momento in cui si inizia ad agire e dalla volontà e dalla capacità dei decisori politici di trovare un accordo globale efficace e di lungo periodo che superi le principali debolezze del Protocollo di Kyoto. Un promemoria, questo fornito da Recipe, che i governanti che si sederanno al tavolo dei negoziati a Copenhagen dovrebbero tenere bene chiaro.

(Fonte Centro Euro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici)