…dei danni da inquinamento atmosferico urbano. L’Oms considera l’incremento della morbosità cardio-respiratoria e l’incremento di mortalità generale come effetti sanitari accertati dell’inquinamento atmosferico
Sono stati presentati ieri a Roma i risultati del progetto «EpiAir», che ha l’obiettivo di definire i requisiti e le procedure di un sistema di sorveglianza epidemiologica dei danni da inquinamento atmosferico urbano in Italia.
Le evidenze epidemiologiche relative all’impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico urbano, a partire dai gravi episodi degli ?30-’50, hanno ispirato importanti decisioni legislative, sia a livello nazionale che sopranazionale. I risultati degli studi epidemiologici condotti negli ultimi 15 anni hanno avuto notevole importanza nella revisione delle linee guida sulla qualità dell’aria negli Stati Uniti e in Europa. A partire dal 1999 l’Unione europea ha stabilito limiti per le particelle sospese (PM), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono (O3) e la legislazione italiana ha recepito parte delle direttive Europee nel contesto nazionale.
In Italia sono stati condotti numerosi studi epidemiologici sugli effetti dell’inquinamento atmosferico e il problema è di interesse per i differenti livelli istituzionali coinvolti.
Nel 2007 il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm), organismo di coordinamento tra il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali e le regioni, ha promosso il progetto EpiAir «Inquinamento Atmosferico e Salute: Sorveglianza Epidemiologica ed Interventi di Prevenzione», con l’obiettivo generale di definire i requisiti e le procedure di un sistema di sorveglianza epidemiologica dei danni da inquinamento atmosferico urbano in Italia.
I risultati sono stati esposti, proprio ieri, in occasione del Seminario «Inquinamento Atmosferico e Salute: Sorveglianza Epidemiologica ed Interventi di Prevenzione». (Gli atti del convegno saranno pubblicati sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione).
Le premesse e le basi del progetto, necessarie a capire i risultati dell’indagine, sono state quelle di analizzare le informazioni disponibili sugli effetti sanitari avversi dell’inquinamento atmosferico in Europa ed in Italia e sono stati individuati i punti critici e le potenzialità per l’avvio del progetto di sorveglianza epidemiologica.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) considera l’incremento della morbosità cardio-respiratoria e l’incremento di mortalità generale come effetti sanitari accertati dell’inquinamento atmosferico, ancora documentabili persino nei paesi sviluppati dotati di sistemi di controllo della qualità dell’aria.
La comunità clinica ha fornito importanti contributi alla diffusione e condivisione di queste evidenze scientifiche. Si ritiene che le polveri sospese in atmosfera, per le loro caratteristiche fisiche e tossicologiche, siano l’inquinante più importante dal punto di vista dell’impatto sanitario e biologico.
Le polveri di diametro inferiore a 10 micron (mm), definite PM10, sono quelle di prevalente interesse sanitario, in quanto capaci di superare la laringe e depositarsi nelle vie aeree. Il PM10, d’altra parte, include diverse componenti. Le polveri più grandi (coarse) hanno un diametro aereodinamico >2,5 mm e sono spesso di origine naturale (suolo). Le polveri fini (diametro 10 dal punto di vista tossicologico
Le polveri ultrafini (diametro
L’NO2 (biossido di azoto), controllato regolarmente in Italia, è un valido indicatore dell’inquinamento da traffico auto-veicolare e, in ricerche condotte in Europa e in Italia, si è dimostrato associato a riduzioni della funzionalità respiratoria ed ad incrementi della frequenza di sintomi respiratori, della mortalità totale, e della mortalità per malattie cardiache e respiratorie.
La concentrazione di O3 (ozono) nei bassi strati atmosferici (troposfera) è in continua crescita, come conseguenza del riscaldamento globale della terra e dei livelli ambientali di ossidi di azoto e composti organici volatili che, attraverso complesse reazioni fotochimiche, ne provocano la formazione. A causa delle sue proprietà ossidanti, l’O3 è oggi ritenuto responsabile di danni all’apparato respiratorio (stimolazione di processi infiammatori e induzione di ipereattività bronchiale), in particolare nei soggetti asmatici o affetti da bronchite cronica ostruttiva. Aumenti della concentrazione di O3 nel periodo caldo dell’anno sono stati associati anche ad incrementi della mortalità per malattie respiratorie e cardiache.
Per valutare gli interventi di riduzione dell’inquinamento atmosferico, sono indispensabili tre elementi:
1. La conoscenza delle fonti inquinanti (quali e quante sono, come sono distribuite sul territorio, quali sono le caratteristiche delle loro emissioni);
2. Il monitoraggio degli inquinanti atmosferici e la valutazione del loro impatto sanitario;
3. La disponibilità di misure e interventi per il contenimento dell’inquinamento.
Il progetto EpiAirè frutto delle attività internazionali di collaborazione scientifica di diversi ricercatori italiani nel quadro di progetti promossi dalla Unione europea, nonché dell’esperienza maturata dai servizi sanitari e dalle agenzie regionali per l’ambiente incaricate di sorvegliare lo stato di salute della popolazione e lo stato dell’ambiente. Il progetto ha visto una forte integrazione multidisciplinare fra competenze epidemiologiche e competenze di rilevazione ambientale.
Sono state definite le informazioni e le procedure da utilizzare nell’ambito di un sistema di sorveglianza degli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico in Italia. Gli eventi sanitari da monitorare sono la mortalità giornaliera per cause non accidentali, cardiovascolari e respiratorie ed i ricoveri ospedalieri per malattie cardiorespiratorie. La disponibilità di una rete di servizi epidemiologici ed ambientali è un pre-requisito essenziale del sistema. Il sistema è stato applicato agli eventi d’interesse occorsi nel periodo 2001-2005 in dieci città italiane (Torino, Milano, Mestre, Bologna, Firenze, Pisa, Roma, Taranto, Palermo, Cagliari).
In sintesi, il Progetto ha realizzato:
– Linee guida per la interpretazione dei dati di esposizione ad inquinanti ambientali, dei dati tossicologici e dei dati epidemiologici.
– La raccolta sistematica dei dati sui parametri ambientali a rilevanza sanitaria nelle grandi città italiane.
– L’analisi dei fenomeni sanitari rilevanti (mortalità e ricoveri ospedalieri) per il monitoraggio dell’impatto dell’inquinamento atmosferico nelle grandi città italiane.
– I rapporti tecnici sulle misure di associazione tra inquinanti ambientali ed effetti sanitari target (mortalità e ricoveri ospedalieri per cause cardiovascolari e respiratorie), corredati da una stima della popolazione a rischio e delle sue caratteristiche.
– La revisione sistematica degli studi di efficacia delle misure per le riduzione dell’inquinamento atmosferico.
– Il repertorio delle azioni locali intraprese dalle amministrazioni dei dieci Comuni di EpiAir per ridurre l’inquinamento atmosferico da traffico veicolare ed i suoi effetti sulla salute.
In conclusione sono state create le basi per avviare in Italia un programma di sorveglianza dell’impatto sanitario, dell’inquinamento atmosferico urbano e per fornire indicatori ambientali e sanitari affidabili e standardizzati utili sia a guidare lo sviluppo di politiche di prevenzione, sia a valutare l’efficacia degli interventi preventivi sul breve e lungo periodo.
(Fonte Arpat)