Il caso Ispra in Parlamento

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Dopo due settimane dall’inizio dell’occupazione del tetto della loro sede, incontrate le Commissioni Lavoro, ambiente e cultura. La Prestigiaconmo rinvia le risposte di una settimana

A quasi due settimane dall’inizio dell’occupazione del tetto nella loro sede di via Casalotti, la battaglia dei ricercatori dell’Ispra approda in Parlamento, dopo gli incontri informali ottenuti da loro rappresentanze coi presidenti delle Commissioni Lavoro, Ambiente e Cultura di Camera e Senato. In particolare, a Palazzo Madama i lavoratori hanno avuto in sede Upi (Ufficio di Presidenza Integrato), un’audizione informale alla presenza del presidente, senatore Antonio D’Alì.

Anche in sede politica, i precari denunciano una situazione che li vede operare di fatto, da anni, come lavoratori subordinati, seppure con contratti che variano ad ogni rinnovo, con l’alternarsi di borse di studio, assegni di ricerca e contratti di collaborazione, sempre portati avanti alle dipendenze del medesimo ente e sotto la spada di Damocle di un mancato rinnovo. Nei mesi scorsi non sono stati rinnovati i contratti a ben 250 ricercatori ed altri 200 rischiano la medesima sorte entro il 31 dicembre.

I ricercatori, tra cui erano presenti delegati Usi – RdB, hanno ribadito alle Commissioni che la loro non è solo una vertenza di lavoro ma una questione nazionale che investe direttamente il problema della ricerca e della protezione ambientale, la quale necessita di un serio investimento, anche al fine di uscire dalla situazione drammatica per cui si interviene sempre dopo le catastrofi anziché fare un monitoraggio e una prevenzione continua per evitare la perdita di vite umane e risorse che in Italia accompagna ogni evento naturale estremo. Hanno poi chiesto ai rappresentanti politici di aiutarli nei rapporti con il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che finora ha sempre rifiutato di incontrarli, e ha rinviato di un’altra settimana la risposta alle questioni che sull’argomento le ha posto la Commissione Ambiente della Camera.Intanto, il territorio romano continua a sposare la causa dei precari dell’Ispra: associazioni e movimenti della capitale stanno dando un sostegno fattivo ed anche i Municipi, come già avvenuto nel XVIII e nel XIX, approvano all’unanimità mozioni a favore di una rapida soluzione della loro vertenza, a dimostrazione che la questione non appartiene a una parte politica ma a tutti i cittadini del nostro paese.