– IL NOSTRO SPECIALE, a cura di Vincenzo Ferrara
Ieri si è riunita in sessione plenaria solo la Cop/Mop per discutere ed approfondire i vari emendamenti al protocollo di Kyoto, ma anche la Cop/Mop ha dovuto sospendere i lavori per risolvere controversie sorte sul numero e sulla forma legale dei trattati attualmente in discussione. Continua a rimanere sospesa la sessione plenaria della Cop dopo la interruzione dei lavori di mercoledì 9, per consultazioni della Presidente a seguito delle controversie sorte dopo la proposta di Tuvalu di un nuovo protocollo. Sono invece proseguiti i lavori degli organi sussidiari, dei gruppi specifici di lavoro e dei contact group.
I gruppi di contatto e le consultazioni informali hanno proseguito i loro lavori, tra cui:
– risolvere la questione degli impianti Ccs (Carbon captare and storage) se debbano essere o meno inclusi nei progetti ammissibili nei meccanismi Cdm di cooperazione internazionale fra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo,
– risolvere i problemi connessi con il reperimento e la gestione delle risorse finanziarie destinate alla mitigazione ed all’adattamento dei Paesi in via di sviluppo,
– risolvere le questioni legate agli impegni di mitigazione dei Paesi in via di sviluppo (comprese le tecnologie e la lotta alla deforestazione)
– le altre questioni rimaste sospese per la definizione, sia del trattato Agw-Lca (fondato sulla «Road map di Bali») sia degli emendamenti al protocollo di Kyoto per i nuovi impegni dei paesi industrializzati al 2020.
La sospensione della sessione plenaria Cop/Mop, dopo la sospensione della sessione plenaria Cop, ha generato un certo scalpore fra i delegati, che ritengono queste sospensioni concomitanti un sintomo di mancanza di buona volontà di molti Paesi per ridurre i conflitti, invece che alimentarli, sia un sintomo di insicurezza, da parte degli organi dirigenti della Unfccc e della Cop, sul percorso da scegliere per arrivare d un accordo e non far fallire il negoziato.
Per alcuni delegati, invece, la sospensione concomitante di tutte e due le fondamentali sessioni plenarie, che devono decidere sui due trattati presenti sul tavolo, è, invece, una buona mossa strategia, perché serve per calmare gli animi e dare una pausa di riflessione a tutti, in modo da poter riprendere il negoziato con spirito più costruttivo. Altri delegati, però. temono che queste sospensioni fuori programma, oltre a modificare l’agenda dei lavori ancora da fare, ritarderanno un negoziato che si prospetta molto difficile e che, quindi, potrebbero pregiudicare il buon esito dell’accordo finale.
Infine, all’interno del Bella Center, dove si svolgono tutti i lavori negoziali, si è sparsa la voce di un arrivo massiccio di manifestanti contestatori e di attivisti esagitati, che potrebbero creare, la prossima settimana, problemi di ordine pubblico nella città di Copenhagen, ma anche problemi all’interno del Bella center per lo svolgimento delle riunioni dei capi di governo e dei capi di stato previste a partire dal 16 dicembre.