Fusione nucleare – Accordo Europa-Giappone

593
Tempo di lettura: 2 minuti

per la realizzazione del principale componente dell’acceleratore di Ifmif

Recentemente si sono dati appuntamento a Padova esperti giapponesi ed europei per discutere le modalità di realizzazione delle attività di cooperazione tra Europa e Giappone nel campo della ricerca sulla fusione nucleare.
Queste attività si inseriscono in un quadro più ampio di ricerche che hanno come obiettivo quello di acquisire le conoscenze necessarie per costruire un primo reattore a fusione nel più breve tempo possibile.

Oltre alla costruzione di Iter, il primo reattore sperimentale che dovrà dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica dell’energia da fusione, sono previste infatti molteplici attività di R&D su impianti satellite di minore impegno economico, tra questi il nuovo tokamak giapponese JT60-SA, e la realizzazione di Ifmif, progettato per studiare e definire i materiali del futuro reattore a fusione, insieme a un intenso programma di fisica e tecnologia sulle macchine sperimentali esistenti.

Nell’ambito del programma internazionale di ricerche sulla fusione, nel 2007, l’Unione europea e il Giappone hanno firmato un accordo, chiamato, «Broader Approach» che riguarda la cooperazione su tre grandi progetti di ricerca. L’Italia vi partecipa attraverso l’Enea, il Cnr e l’Infn.

Durante l’incontro è stato firmato l’accordo di collaborazione tra il Cnr e l’Agenzia europea per Iter, F4E, per la realizzazione, affidata al Consorzio Rfx, di due sistemi delle alimentazioni elettriche di un impianto sperimentale giapponese denominato JT60-SA, progettato per eseguire prove e sviluppare concetti per nuovi scenari operativi in parallelo ad Iter.

Le apparecchiature messe a punto dai ricercatori padovani riguardano il sistema di protezione dei magneti superconduttori e il sistema di alimentazioni per il controllo della configurazione magnetica del tokamak giapponese. Una tecnologia di altissimo livello per la quale si prevede complessivamente un costo di investimento pari a circa 15 Milioni di Euro.

Sempre a Padova è stata avviata una seconda attività di cooperazione tra Europa e Giappone, per la realizzazione del principale componente dell’acceleratore di Ifmif. Per questo sistema, la cui progettazione e realizzazione è affidata ai laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Legnaro (PD) e per la quale si attende a breve la firma del relativo accordo di collaborazione, è previsto un investimento complessivo pari a circa 25 milioni di Euro.

Il gruppo padovano per ricerche sulla fusione conferma così un ruolo di primo piano in un contesto di collaborazioni internazionali, partecipando non solo alle attività del progetto ITER ma anche alla realizzazione di impianti complementari nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra Europa e Giappone.

L’Enea partecipa con i centri di Frascati e del Brasimone a tutti e tre i progetti del Broader Approach, contribuendo alla realizzazione dei magneti superconduttori e al sistema di alimentazioni elettriche di JT60-SA, al bersaglio in litio di Ifmif e allo sviluppo di materiali per Iferc, il centro internazionale di ricerca sulla fusione. L’impegno complessivo per queste attività è di circa 50 milioni di Euro.

Il Consorzio Rfx, nasce dalla collaborazione tra Enea, Cnr, Università di Padova, Infn e Acciaierie Venete S.p.A. e rappresenta una realtà dinamica per competenza e capacità realizzativa.

(Fonte Enea)