C’è una bozza, la parola ora agli Usa

533
Tempo di lettura: 2 minuti

– Lo speciale Copenhagen

L’attenzione è puntata sugli Usa di Obama, intanto un piccolo passo, non una decisione, è stato fatto e consiste nella bozza messa a punto a Copenhagen al vertice sul clima.

La sintesi prevede: l’aumento della temperatura globale del pianeta dovrà essere tenuto entro i 2 gradi centigradi sui livelli pre-industriali e i Paesi poveri saranno finanziati con un fondo che raggiungerà i 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020 per adottare tecnologie «pulite» e affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Permangono tuttavia le resistenze di Cina e India.

A queste si aggiunge un comportamento contraddittorio dell’Italia.

A meno di 12 ore dalla conclusione del vertice di Copenhagen, l’Italia si mette di traverso e blocca la decisione europea di migliorare l’impegno unilaterale di riduzione delle emissioni di gas serra al 2020 portandolo dal 20% al 30%, in linea con le indicazioni della scienza.

«Regno Unito, Germania e Francia hanno chiesto il miglioramento dell’obiettivo, ma si sono scontrate contro il muro dell’Italia – spiega da Copenhagen Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace -. È un comportamento gravissimo e vergognoso che rischia di far deragliare la possibilità di raggiungere un accordo di successo a Copenhagen»

L’Italia non è meno esposta degli altri Paesi al disastro climatico, anzi. Tutti gli indicatori confermano che il nostro Paese è già colpito da siccità, incendi, riduzione della diversità biologica e impatti costieri. Abbiamo un Governo folle, non all’altezza delle sfide che ci attendono.

Per aggirare il blocco, la Commissione europea avrebbe proposto di raggiungere il 30% sulla base di impegni volontari da parte dei diversi Stati membri. «Questo è molto rischioso perché mette in discussione l’approccio scientifico adottato nei negoziati. Le riduzioni di gas serra non devono essere adottate su base volontaria, ma rispettando le conoscenze scientifiche» aggiunge Joris Den Blanken, Direttore politiche per il clima di Greenpeace.