Conseguenze gravissime sul patrimonio ambientale italiano e sul futuro dei lavoratori non assunti stabilmente. Chiesto più dialogo con il Ministero
Avviare un dibattito interno sul delicato momento attraversato, per ragioni di carattere finanziario ma anche amministrativo e politico, dagli Enti gestori delle aree protette a titolarità nazionale (Parchi nazionali e Aree marine protette). Con questo obiettivo, la Federparchi ha organizzato, presso i propri uffici di Roma, due incontri con presidenti e commissari delle Riserve marine e dei Parchi nazionali.
Dalla riunione con i rappresentanti delle Aree marine protette (Amp), in particolare, è emersa vivissima la preoccupazione per la possibilità che, in virtù di una norma contenuta nell’ultimo testo della Legge Finanziaria, vengano soppressi i Consorzi tra enti locali, compresi quelli costituiti per la gestione delle stesse Riserve marine. Un provvedimento che cancellerebbe di fatto molte Amp, con conseguenze gravissime sul patrimonio ambientale italiano e sul futuro dei lavoratori non assunti stabilmente (che rappresentano la maggioranza del personale attualmente impiegato nelle stesse Riserve). Lo scioglimento dei Consorzi, tra l’altro, sarebbe in netta contraddizione con il Disegno di legge («Nuove disposizioni in materia di aree protette») firmato dal senatore Antonio D’Alì, presidente della commissione Ambiente di Palazzo Madama.
Il testo, frutto di un ampio processo di concertazione che ha coinvolto, tra l’altro, anche la Federparchi, le associazioni ambientaliste e gli stessi Enti gestori delle aree protette, affida esplicitamente la gestione delle Amp proprio a quei Consorzi che ora si vogliono cancellare. La soppressione, tra l’altro, non appare giustificabile neanche da esigenze di tagli alla spesa pubblica o da altre considerazioni di opportunità economica, dal momento che il costo di gestione dei suddetti Consorzi è praticamente nullo.
Degni di nota anche gli esiti dell’incontro dei presidenti e commissari dei Parchi nazionali, che hanno espresso la necessità, già manifestata più volte in passato, di rafforzare il dialogo con il ministero dell’Ambiente e di avviare, insieme allo stesso dicastero, un processo di rilancio complessivo del sistema nazionale delle aree protette. Oltre a sottolineare ancora una volta l’urgenza di risorse finanziarie più adeguate e strutturate, i parchi hanno infine ribadito la necessità di essere coinvolti a pieno titolo nel processo di riordino degli Enti di gestione e, a maggior ragione, nelle eventuali iniziative di riforma della Legge Quadro.
(Fonte Federparchi)