Ora i precari Ispra rischiano lo sgombero

590
Tempo di lettura: 2 minuti

Occupano il tetto dell’Istituto da un mese per difendere il posto di lavoro e pur svolgendo un delicato lavoro di controllo sul territorio non hanno avuto uno straccio di interesse reale dal ministero dell’Ambiente

«Quello tenutosi doveva essere un tavolo di trattative fra i precari dell’Ispra e il ministro dell’Ambiente, al fine di evitare i 250 licenziamenti dei ricercatori dell’Istituto. Invece è stato solo un incontro interlocutorio con il Vice Capo di Gabinetto, la dott.ssa Nicotra, la quale ha rinviato la questione ad un ulteriore appuntamento, ma da tenersi non prima di febbraio. Ma al governo si sono dimenticati che i ricercatori dell’Ispra stanno protestando, ormai da un mese, notte e giorno sopra il tetto dell’Istituto?». Lo chiede il Senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, che continua «come se non bastasse questa indifferenza nei confronti di ricercatori, adesso giungono voci che sia imminente lo sgombero. Forse anche questa notte».

«Ma che governo è questo che invece di trovare risposte reprime il disagio economico e sociale con la forza? Ma non voleva abbassare i toni? L’Italia dei Valori – conclude Pedica – se davvero si verificasse lo sgombero di pacifici manifestanti, sarà presente per impedirlo».

«L’incontro ha dunque avuto un esito solo interlocutorio, di cui Usi RdB si dichiara insoddisfatta – si legge in una nota del sindacato -. Di fatto ad oggi su 230 lavoratori solo 56, con diverse tipologie contrattuali, hanno certezza del rinnovo. Rispetto alla delicatezza e drammaticità di tale situazione Usi Rdb ritiene necessario che lo stesso ministro Prestigiacomo scenda in campo direttamente e con urgenza. Usi Rdb ha pertanto richiesto l’apertura di una trattativa vera, in cui il ministro porti a soluzione la vertenza a partire da norme già praticabili per rinnovare i contratti in essere. In attesa di riscontri concreti, i precari hanno deciso di restare sul tetto ad oltranza, nonostante il periodo festivo».

Solidarietà anche dal presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini. «Chiedo al governo di intervenire, con rapidità e con soluzioni praticabili, per risolvere la vergognosa situazione dei precari dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Sono armai 30 giorni che i giovani ricercatori protestano sui tetti dell’Istituto. A loro va tutta la mia solidarietà per una rivendicazione giusta e sacrosanta», dice Franceschini. «È davvero grave – sottolinea Franceschini – che il governo non abbia ancora mosso un dito per risolvere questa incresciosa situazione, evitando da mesi di chiarire il destino dell’Ispra e dei suoi ricercatori che hanno stipendi che oscillano dagli 800 ai 1.200 euro al mese. Ispra è l’unica agenzia nazionale pubblica di ricerca e controllo ambientale e rappresenta una risorsa e non un problema per il paese. Mi auguro dal commissario parole chiare e immediate».

Veramente inspiegabile e fuori ormai da ogni logica di serio rapporto fra cittadini e rappresentanti dei cittadini.

Ovviamente lasciamo alla politica le considerazioni e i comportamenti perché i cittadini sono in grado di trarre le loro conclusioni. E come cittadini non possiamo che essere preoccupati per la carenza di ricerca e di controllo (a cui noi abbiamo delegato la politica) che viene ad essere fortemente e in modo preoccupante messa in gioco con il depauperamento di quelle forze che in concreto operano sul territorio.

Qui non si parla di una ricerca da produrre, che pure è sacrosanta in un paese civile, ma di una ricerca che già opera e ci mette al riparo da problematiche geologiche, alimentari, di qualità dell’aria e di sicurezza.