Perché la Puglia ha aderito alla Carta turismo

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La Carta favorisce la concreta applicazione del concetto di sviluppo sostenibile, cioè uno sviluppo capace di rispondere ai bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai propri

La sesta edizione di Mediterre ha ospitato diversi workshop tra i quali «Le potenzialità della Carta Europea del Turismo Sostenibile nelle aree protette» (ha coordinato i lavori Antonello Zulberto, Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta).

Dopo una brevissima introduzione è toccato a Patrizia Rossi, Presidente Comitato di Valutazione Cets Europarc Federation e Direttore Parco Regionale Alpi Marittime, prendere la parola per prima tracciando il percorso storico che ha portato all’istituzione della Carta Europea del Turismo Sostenibile nel 2001.

Dall’intervento della Rossi emerge che nell’ormai lontano 1996 aderirono all’iniziativa dieci Parchi pilota e che nel 1998 fu elaborata la strategia di azione, ma solo nel 2001 fu promossa la candidatura ad Europarc. Ad oggi nell’area euromediterranea sono settantacinque le aree protette che hanno aderito alla Carta, di cui soltanto sette italiane.

«La necessità di aderire ad uno strumento di organizzazione e gestione coordinata e consapevole delle aree protette è nata quando il turismo di massa ha incominciato a diffondersi in territori tutelati, creando quella contraddizione Parchi/turismo di massa, che è possibile risolvere attraverso l’utilizzo di pratiche sostenibili, che rispettino l’ambiente e la popolazione ivi residente» afferma Patrizia Rossi, che ha, inoltre, voluto specificare che «ogni singolo operatore può aderire alla Carta e che, è bene ripeterlo, la Cets non è un marchio, ma un metodo». La Rossi conclude l’intervento comunicando che per il 2010 ci sono ventisette Parchi candidati all’adesione, quindi il «metodo» inizia a diffondersi anche in Italia, che aveva, come al solito, accumulato già un ritardo ragguardevole in tale contesto.

Con Claudio Ferrari, Direttore del Parco Naturale Adamello Brenta, è la volta delle esperienze legate ai vari territori: «Il Parco è attivo dal 1968 – racconta Ferrari – nel 2006 abbiamo aderito alla Carta Europea del Turismo Sostenibile e nel 2008 l’Unesco lo ha riconosciuto patrimonio dell’umanità».

Il Parco in questione promuove progetti di educazione ambientale e offre ai suoi fruitori una mobilità sostenibile a bassissimo impatto. «Il Parco Naturale Adamello Brenta, ha spiegato il direttore dello stesso, si è attivato per rilasciare un marchio di «Qualità Parco» che serve per certificare le attività commerciali che operano all’interno del suo perimetro». Per quanto riguarda la promozione di progetti l’Adamello Brenta ne ha lanciati sessantasei, di cui venti già conclusi, per il quadriennio 2006-2010.

«La Cets è servita per avere nello staff del Parco una persona che si occupasse di turismo sostenibile, che è diventato un punto fondamentale dell’agire del Parco» ha spiegato Ferrari, che ha poi continuato affermando che «la Carta ci ha, inoltre, insegnato a lavorare con metodo partecipativo, ma non solo; è stata anche un’occasione per migliorare l’organizzazione del tutto e,in particolare, è stata utile per sviluppare la comunicazione; intanto, la Cets è servita a consolidare non soltanto un’identità territoriale legata al Parco, ma è stata utilissima anche come “luogo” di sintesi tra istituzioni, aziende turistiche e comunità locali; e in ultimo, ma non meno importante, la Cets è servita ad accrescere l’autorevolezza del soggetto Parco».

Per il terzo intervento programmatico del workshop è stato protagonista Paulo Castro, Esperto Cets, Europarc Consulting, il quale ha spiegato gli obiettivi di ciascuna fase (tre in tutto) previste per l’attuazione del «metodo Cets». È emerso, dall’intervento di Castro, che durante la prima fase è previsto il coinvolgimento delle istituzioni e degli enti locali, mentre nella seconda fase è previsto il coinvolgimento delle imprese locali e, in ultimo, è prevista l’adesione dei Tour Operator alla Cets, quest’ultima chiaramente risulta la più ardua delle tre fasi, poiché va a coinvolgere dei soggetti portatori di interessi, che, però, è necessario interessare per diffondere una pratica di turismo sostenibile della quale i Parchi e le aree protette aderenti alla Carta si fanno promotori.

Ad oggi alla Carta hanno aderito settantacinque Parchi e aree protette e centosettanta imprese, con l’auspicio che questa buona pratica possa diffondersi sempre di più in futuro.

Beatrice Zambiasi, Direttore Parco Regionale Alta Garda Bresciano, con il suo intervento porta la testimonianza dell’esperienza del Parco di cui è direttore, che nel 2009 ha aderito alla Carta, diventando il settimo Parco italiano aderente, l’ultimo in ordine di arrivo. La Zambiasi distingue il turismo di massa da quello di qualità e afferma che «la maggiore risorsa economica mondiale è proprio il turismo, caratterizzato dalla più ampia decentrabilità».

In conclusione afferma l’importanza di lavorare in rete, elogiando, inoltre, l’operato della Regione Puglia, che ha siglato l’accordo con Federparchi, aderendo alla Cets.

Stefania Petrosillo, Federparchi, Europarc Italia, racconta il cammino di Federparchi che nel 2008 è divenuta sezione italiana di Europarc e precisa gli obiettivi di Federparchi: estendere l’applicazione della Carta in Italia; facilitare l’applicazione della Carta; qualificare meglio l’applicazione della Carta, creando metodologie comparabili tra i diversi Parchi e valorizzare i Parchi nel settore turistico. La rappresentante di Federparchi ha, inoltre, precisato la mission della stessa, che prevede di coadiuvare i Parchi che chiedono di essere accompagnati durante gli anni di lavoro, nell’organizzazione e nella gestione della comunicazione. Conclude ricordando due cose: la prima è che il processo della Carta comporta non poche risorse finanziarie e che Federparchi offre un servizio ad ampio raggio ai suoi soci. Chiude il suo intervento complimentandosi, anch’essa, con la Regione Puglia per la firma del protocollo d’intesa con Federparchi.

Pierfrancesco Semerari, Ufficio Parchi e tutela della Biodiversità, Regione Puglia, ha fatto il punto della situazione attuale e passata in relazione all’istituzione delle aree protette, nel 2002, infatti, nacquero le prime aree protette regionali, ma quasi subito quel processo s’arrestò per poi ripartire  soltanto nel 2005 con il governo Vendola, lo stesso che per il quinquennio 2007-2013 ha programmato di valorizzare le aree protette regionali puntando sulle risorse europee.

Javier Gomèz-Limon, Responsabile Cets, Europarc Spagna, afferma che la Carta «è un riconoscimento volontario che vede protagonisti Parchi e imprese turistiche» pertanto Europarc Spagna ha attivato dei partenariati con il Ministero del Turismo spagnolo e alcune Regioni iberiche.

La Spagna, dati allo mano, è uno dei paesi europei che ha maggiormente e diffusamente risposto affermativamente alle opportunità del metodo Cets con novantacinque imprese e sette Parchi aderenti.

Da Europarc Spagna le imprese hanno aiuti a livello operativo, per esempio, vengono promosse della campagne «pubblicitarie», non solo cartacee, che aiutano non poco a diffondere il nome delle imprese aderenti alla Carta, con notevoli ricadute positive; infine, Europarc Spagna coordina le azioni delle imprese.

Chiude il workshop Massimo Piraccini, ComunicAzione Edizioni on line, che ha parlato delle attività di Parsk.it che, ha affermato, «ha fatto molto bene il lavoro che si era proposto, cioè  diffondere le opportunità di turismo sostenibile presenti sul territorio, anche meglio di numerosi enti pubblici, che con risorse a volte anche più rilevanti e con risultati ben più scadenti».