Si calcola che il lavoro verde rappresenterà per l’Italia 140mila posti di lavoro entro il 2012 e 1,4 milioni di occupati nell’ambiente
Il mercato delle energie rinnovabili è in grande fermento e in continua evoluzione. Dai 75 impianti fotovoltaici censiti nel 2006 agli oltre 5.000 del 2009, dai 500 watt puliti prodotti nel 2008 al raddoppio del 2009 con una stima di 2.200 entro il 2011 e via elencando. Sono cifre che testimoniano la capacità espansiva di questo settore dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e occupazionale.
Notevoli anche i risvolti sociali: dell’incremento di addetti del 41% dal ’93 al 2008, il 25% è donna; si registra occupazione anche tra gli ultraquarantacinquenni di entrambi i sessi; i master universitari dedicati all’ambiente sono passati da 90 a 300 in dieci anni con l’80,6% dei laureati occupati dopo un anno, e ai corsi annuali (circa 2000) organizzati da 500 istituti tra pubblici e privati partecipano 50.000 studenti con un incremento dell’offerta formativa al Sud del 29%.
È la fotografia sintetizzata dall’Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) che ha stilato il «Progetto ambiente». Tutelare l’ambiente aiuta a trovare lavoro, recita il titolo.
Il lavoro verde a diversi livelli è il nuovo orizzonte che è destinato a segnare una svolta epocale non solo nella produzione di energie rinnovabili, ma anche nella mentalità dei cittadini consumatori. Dagli Energy Manager chiamati dalle imprese a razionalizzare i costi energetici industriali agli eco-parrucchieri che L’Oreal forma per ridurre l’impatto dei prodotti di trattamento, come chiesto sempre più frequentemente dalla clientela.
L’Unep, il programma ambientale promosso dall’Onu, stima che da qui al 2030 saranno oltre 20 milioni gli impiegati nel lavoro verde (6 nel solare, 2 nell’eolico e 12 nel futuribile biofuel). Le università come Tor Vergata e Sapienza a Roma, Politecnico e Bocconi a Milano, Iuav a Venezia, la Business School de Il Sole 24 Ore, moltiplicano i master e affinano i profili professionali. Servono figure competenti sul piano giuridico ed economico, in grado di vagliare e valutare progetti e avviare gli iter autorizzativi (che si spera saranno semplificati) e accedere agli incentivi e ai finanziamenti alle energie rinnovabili (che si spera saranno ampliati). L’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro (o almeno si spera, prima che il mondo in generale disastri l’ambiente): è la tesi di un libro scritto da Marco Gisotti e Tessa Gelisio per Edizioni Ambiente. In 100 schede e 20 interviste esplorano il pianeta del green job, scoprendo che l’ecologia (oltre che maestra di vita) è anche una buona datrice di lavoro. Come dimostrano le professioni censite nell’elenco che segue:
Art director verde: imposta le campagne di comunicazione secondo un’immagine ecologica ai prodotti, mentre l’Ecocool hunter cerca e puntualizza le tendenze in chiave ecologica.
L’Ecobrand manager segue la progettazione di prodotti sostenibili. La comunicazione è poi gestita dall’Ecoblogger che cura blog scientifico-ambientalisti per conto delle aziende.
Assicuratore ambientale: è specializzato in Rc relative all’inquinamento mentre l’Avvocato ambientale è specializzato in diritto di conservazione e tutela dell’ambiente; Certificatore energetico è colui che redige le necessarie certificazioni energetiche nelle compravendite immobiliari, mentre l’Ecoauditor controlla che i processi produttivi delle aziende rispettino le normative. Nei locali pubblici ecco l’Ecochef, che organizza la cucina secondo le regole ecologiche dal menù alle materie prime e l’Ecoparrucchiere che utilizza solo prodotti ecocompatibili, mentre l’Esperto del riciclo commercializza solo prodotti di questa natura. All’aria aperta, il Pedologo classifica, interpreta e conserva i suoli mentre il Restauratore di giardini riprogetta spazi verdi. Da ultimo una nota internazionale: l’Ecodiplomatico, che rappresenta le istituzioni nelle sedi internazionali dove si discutono le politiche e si ratificano gli accordi tra Stati. Sulla terra c’è posto per tutti.
(Fonte Beatrice Riganti, www.megliopossibile.it)