Nell’incontro annuale del Forum economico mondiale tutti i Paesi del G?20 hanno concordato sulla necessità di trovare nuovi percorsi per una crescita sostenibile e per la creazione di nuovi posti di lavoro
Con il tema «Migliorare lo stato del mondo: ripensare, riprogettare, ricostruire», si è svolto l’incontro annuale per il 2010, il 40° della serie, del Forum Economico Mondiale (World Economic Forum, Wef) a Davos?Klosters.
L’appuntamento, a cui partecipano ogni anno migliaia tra i maggiori rappresentanti del settore imprenditoriale, dei governi, della società civile, del mondo accademico e della stampa, ha presentato una panoramica interdisciplinare e sistematica sulle principali forze economiche, politiche, sociali e tecnologiche attualmente all’opera nel mondo.
Analizzando cosa l’industria e i governi possano fare per condurre l’economia mondiale verso una ripresa sostenibile, i partecipanti al forum hanno concluso che «la ripresa economica mondiale è fragile» ed «è giunto il momento di ripensare ai valori sui quali il mondo intende ricostruire la prosperità».
Tutti i Paesi del G?20, inoltre, hanno concordato sulla necessità di trovare nuovi percorsi per una crescita sostenibile e per la creazione di nuovi posti di lavoro.
Il programma del forum, articolato nei punti: «come rafforzare il benessere economico e sociale», «come mitigare i rischi globali e far fronte ai fallimenti sistematici», «come assicurare la sostenibilità», «come migliorare la sicurezza», «come creare un quadro di valori» e «come costruire istituzioni efficaci», ha compreso anche la tematica dei cambiamenti climatici.
In particolare, sono state affrontate le questioni dei finanziamenti urgenti da parte dei Paesi industrializzati per l’adattamento dei Paesi in via di sviluppo (sessione: «Connecting a Carbon and Time-constrained World») e della mitigazione nel commercio, ovvero dei collegamenti tra le agende dei cambiamenti climatici e del mercato che possono promuovere una crescita a basso tenore di carbonio (sessione: «Rethinking Trade and Climate Change»).
Anche al tema della biodiversità è stato dato ampio risalto (sessione: «Rethinking the Global Commons: Biodiversity II»), con il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (United Nations Environment Programme, Unep) che ha sollecitato i decisori politici a riconoscere l’importanza del capitale naturale, non solo a sostegno del benessere dell’uomo, ma anche come mezzo per valorizzare l’economia. Inoltre, è stato evidenziato il ruolo fondamentale della riduzione delle emissioni di gas serra dovute alla deforestazione e al degrado delle foreste (Reducing Emissions from Deforestation and forest Degradation, Redd) nella lotta sia alla perdita di ecosistemi sia ai cambiamenti climatici.
Al Wef sono stati presentati diversi rapporti. Uno di questi («Green Investing 2010 – Policy Mechanisms to Bridge the Financing Gap») afferma che gli investimenti nelle energie pulite hanno tenuto meglio del previsto durante la crisi finanziaria e la recessione economica, ma il divario tra gli investimenti attuali e quelli richiesti per ridurre l’impronta di carbonio mondiale è ancora ampio. Secondo un’altra pubblicazione («Green Investing – Towards a Clean Energy Infrastructure»), il passaggio ad un’economia a basso tenore di carbonio richiederebbe investimenti annuali complessivi a livello mondiali attorno ai 500 miliardi di $ americani, se si vuole contenere l’aumento della temperatura media mondiale al di sotto dei 2°C.
Fonti
Ulteriori informazioni
(Fonte Focal Point Ipcc per l’Italia)