Bene le azioni di mitigazione e conflittualità nell’area dei Parchi nazionali del Gran Sasso e Monti della Laga e dei Monti Sibillini
Monitoraggio delle specie, mitigazione della conflittualità tra le attività zootecniche e i grandi carnivori, sviluppo di strategie per il monitoraggio dei danni: sono solo alcune delle azioni previste dal Progetto Life Ex-Tra (Miglioramento delle condizioni per la conservazione di grandi carnivori – Trasferimento delle migliori pratiche) presentato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga nel 2009 e al quale partecipa anche il Parco nazionale dei Monti Sibillini insieme ad altri partner italiani, rumeni, bulgari e greci.
Ad un anno dall’avvio del progetto si possono già valutare i primi risultati: sono state acquistate le recinzioni elettrificate che verranno distribuite, secondo una scala di priorità, agli allevatori del territorio; in collaborazione con la Regione Marche e i Servizi veterinari locali si stanno poi definendo i criteri univoci per il monitoraggio e la valutazione dei danni causati dal lupo e dall’orso nei Sibillini (le due specie per le quali il Parco dei Sibillini rientra nel progetto). Per il mese di marzo è prevista l’attivazione della fase partecipativa del progetto, tappa fondamentale per gli aspetti che riguardano la mitigazione dei conflitti; verrà condotta dall’Università degli Studi de L’Aquila coinvolgendo, tramite incontri diretti, i cosiddetti portatori di interessi a tutti i livelli: dalle scuole agli allevatori passando per tutti gli operatori economici e per i semplici cittadini.
Prosegue, infine, l’attività di monitoraggio di lupo e orso, due specie di interesse comunitario prioritarie, che viene condotta con varie tecniche: dalle moderne foto-trappole (apparecchi per riprese video-fotografiche, diurne e notturne, che si attivano grazie a sensori ad infrarossi termici in grado di rilevare la presenza di animali in un’area determinata) fino al metodo naturalistico classico (che si basa sul rinvenimento di segnali di presenza come impronte, sfregamenti sulle cortecce degli alberi ed escrementi), passando per tecniche particolari come il wolf howling, che consiste nel riprodurre l’ululato del maschio dominante durante la stagione di svezzamento dei cuccioli e calcolare, quindi, il tasso di risposta dei nuovi nati.
Se sono buone le notizie che riguardano l’unico orso presente nel Parco (che, per il terzo anno consecutivo, è in letargo invernale nei Sibillini) non si può dire altrettanto, purtroppo, per il lupo; le attività di monitoraggio della scorsa estate, infatti, hanno evidenziato la riduzione del numero di esemplari presenti all’interno del Parco: dai circa 28 esemplari degli anni precedenti si è scesi a circa 20-22 unità censite nel 2009. Secondo i ricercatori non vi è alcun dubbio che questa sia conseguenza diretta di una elevata mortalità riscontrata tra il 2008 e il 2009 e causata principalmente da investimenti stradali e bracconaggio. Particolarmente drammatico è stato il ritrovamento di tre lupi (un maschio e due femmine in età riproduttiva) morti per avvelenamento da stricnina, avvenuto nei pressi di Castelsantangelo sul Nera l’aprile scorso. Fortunatamente la popolazione italiana di lupo appare comunque in ripresa, grazie alle norme di tutela e all’incremento delle sue principali prede naturali (cervo, capriolo e cinghiale). In proposito è bene ricordare che non solo nei monti Sibillini, ma in tutto il territorio europeo, non sono mai state effettuate reintroduzioni o ripopolamenti di questa specie come invece, spesso, viene erroneamente sostenuto; il lupo non si è mai estinto dai Sibillini che, anzi, sono stati una delle aree «rifugio» più importanti (probabilmente la più settentrionale d’Italia) per la salvaguardia di questa specie durante la metà del secolo scorso, quando, cioè, si è seriamente rischiata l’estinzione di uno dei più importanti e affascinanti carnivori europei.
(Fonte Parco nazionale dei Monti Sibillini)
(Nella foto è di Maurizio Biancarelli un esemplare di lupo)