Siamo pronti ad accettare il cambiamento?

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Clima, adattamento e sfide per la società sono i temi di fondo delle giornate di lavori che si svolgeranno giovedì e venerdì organizzate da Feem, Iccg e Cmcc

Ridurre le emissioni di CO2, qualunque siano gli obiettivi che la diplomazia internazionale riuscirà a raggiungere, non sarà sufficiente. Ci sono mutamenti climatici che si manifesteranno comunque e che i nostri sistemi socio-economici dovranno fronteggiare con misure di adattamento realizzabili in vari modi: utilizzando nuove tecnologie, sfruttando strumenti e strategie di pianificazione, ma anche cambiando qualcosa nelle abitudini e negli stili di vita di ciascun individuo.

Indagare la dimensione sociale dell’adattamento al cambiamento climatico richiede un intreccio di prospettive multidisciplinari che chiamano in causa analisi economiche, politiche, scientifiche e socio culturali senza dimenticare le lezioni che possiamo trarre dalla storia del nostro pianeta, provando a capire come in passato l’umanità ha saputo affrontare gli effetti prodotti dai cambiamenti del clima.

Uno sguardo approfondito su questi temi sarà offerto da esperti internazionali di alto profilo scientifico nel workshop «The Social Dimension of Adaptation to Climate Change» organizzato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem), in collaborazione con l’International Center for Climate Governance (Iccg) e il Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici (Cmcc), che si svolgerà a Venezia il 18 e 19 febbraio 2010.

Le misure di adattamento che risultano essenziali per rispondere alle sfide ambientali, si realizzeranno in parte autonomamente, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie e all’assunzione di nuove abitudini di vita, in parte richiederanno l’impegno dei governi in termini di pianificazione, coordinamento e finanziamento. In ogni caso, però, individui e società, governi compresi, saranno chiamati ad adottare nuove tecnologie, innovativi strumenti di progettazione e diversi stili di vita. Il successo di queste misure dipenderà da quanto i nostri sistemi socio-economici saranno pronti e in grado di accettare un cambiamento che coinvolge abitudini culturali, capacità di apprendimento e di adattamento, specialmente nei Paesi in via di sviluppo che risultano più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.

Durante il workshop internazionale «The Social Dimension of Adaptation to Climate Change», questi temi saranno affrontati da una prospettiva nuova e multidisciplinare puntando l’attenzione su teorie e casi di studio per approfondire e migliorare la conoscenza sugli elementi determinanti nella dimensione sociale dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
In particolare, le sessioni del workshop affronteranno tre temi (la dimensione sociale e il comportamento degli individui; la flessibilità dei sistemi sociali e l’apprendimento, come strumento per superare barriere e vincoli di natura sociale e comportamentale all’adozione di nuove tecnologie) che saranno presentati e analizzati da esperti di alto profilo internazionale quali l’archeologo Brian Fagan, Irene Lorenzoni (University of East Anglia e Ipcc), Chris High (The Open University), Shardul Agrawala, (Ocse), Ian Burton (University of Toronto), Maarten K. Van Aalst (Red Cross/Red Crescent Climate Centre), Stephane Hallegatte (Cired and Meteo France), Nanki Kaur (International Institute for Environment and Development), Rasmus Heltberg (The World Bank), Fredrick Carlsson (University of Gothenburg), Wolfgang Lutz (Iiasa).