La App da sola ha distrutto circa un quarto delle foreste naturali dell’intera provincia di Riau, con gravi conseguenze sul clima globale e sui conflitti sociali
Smascherato l’ecomostro mentre si dipinge di verde: il colosso cartario Asia Pulp & Paper (App) si apprestava a presentare la propria immagine verde al convegno dell’industria cartaria organizzato dal Risi ad Amsterdam, quando veniva smentito da una valanga di prove, arrivate direttamente dall’Indonesia.
La App ha lanciato un’aggressiva campagna di pubbliche relazioni, acquistando pubblicità sul Times e sulla Cnn, per promuovere un’improbabile immagine verde. In realtà quest’impresa è il principale responsabile della rapida deforestazione dell’isola di Sumatra (Indonesia).
Dall’inizio delle sue operazioni, nel 1984, la App da sola ha distrutto circa un quarto delle foreste naturali dell’intera provincia di Riau, un’area in cui il suolo è ricco di carbonio con gravi conseguenze sul clima globale e sui conflitti sociali.
Il risultato è stato l’estinzione nella regione dell’elefante e della tigre di Sumatra (oramai restano solo 400 esemplari di tigre di Sumatra allo stato naturale). Numerose comunità di foresta sono state scacciate dalle loro case e dalle terre ancestrali.
L’impresa ha avviato un’aggressiva campagna di penetrazione dei mercati europeo e statunitense, ma non è tutto oro quel che luccica. Nel 2000 la App ha accumulato un debito di 13 miliardi di dollari, portando alla più grande bancarotta dei mercati asiatici. Nel frattempo però ha continuato ad abbattere le foreste naturali per trasformarle in piantagioni. Nelle regioni di Bukit Tigapuluh e Kerumutan, la App distrugge preziose torbiere (immensi depositi di carbonio, che viene così rilasciato in atmosfera) e insidia aree protette, scacciando comunità indigene e le ultime di orango.
«L’Italia è divenuto il primo mercato europeo dei prodotti della App. Ma clienti e investitori devono sapere che fare affari con la App, acquistare o distribuire la sua carta comporta un grave rischio di immagine», spiega Sergio Baffoni, di Terra! L’associazione chiede alle imprese italiane di interrompere tutti i contratti con il gruppo App, e di orientarsi verso l’utilizzo di carta riciclata.
«Vogliamo avvisare acquirenti e investitori, bombardati da pubblicità ingannevole e opuscoli patinati: la App è il gruppo industriale che più di ogni altro minaccia le foreste indonesiane, la fauna, le comunità indigene e il clima globale», ha aggiunto Teguh Surya, di Walhi, una federazione di oltre 450 associazioni indonesiane.
Proprio oggi, il sito investigativo indonesiano Eyes on the Forest pubblica una serie fotografie che mostrano masse di tronchi abbattuti nelle foreste naturali, in attesa di essere scaricati nel porto della cartiera della App di a Riau, e della deforestazione in corso nel prezioso ecosistema di Bukit Tigapuluh, ad opera di una consociata della App, la Pt. (Artelindo Wiratama).
La deforestazione in Indonesia è la principale minaccia per il clima. L’abbattimento delle foreste e il drenaggio delle torbiere sono responsabili dell’80 per cento delle emissioni di gas serra, tanto che l’Indonesia è divenuto il terzo paese emettitore, dopo la Cina e gli Stati Uniti. Il conglomerato App-Sinar Mas è uno dei principali responsabili di queste massicce emissioni.
«Le comunità con cui lavoriamo hanno sperimentato in prima persona la devastazione causata dalla App. Non prenderebbero mai sul serio la paccottiglia di informazioni e i premi ambientali che la App presenta in giro – ha aggiunto Rivani Noor, del Community Alliance for Pulp and Paper Advocacy (Cappa) -. La App conosce le nostre richieste: fermare immediatamente la distruzione delle foreste naturali e delle torbiere, rispettare le terre delle comunità locali e non rilasciare dichiarazioni fuorvianti sul propri impatto ecologico».
(Fonte Salva le Foreste)