La Commissione definisce una strategia per l’azione globale post Copenhagen contro i cambiamenti climatici
La Commissione europea, con una Comunicazione del 9 marzo, ha definito una strategia per mantenere alte le ambizioni nella lotta ai cambiamenti climatici dopo la Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, Unfccc) di Copenhagen, proponendo una serie di obiettivi per il processo negoziale e suggerendo proposte d’azione per l’Ue.
La Commissione europea con la Comunicazione «La politica climatica internazionale post-Copenhagen: agire ora per dare nuovo vigore all’azione globale sui cambiamenti climatici» («International climate policy post-Copenhagen: Acting now to reinvigorate global action on climate change»), definisce una strategia per mantenere alte le ambizioni nella lotta ai cambiamenti climatici dopo la Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, Unfccc) di Copenhagen.
La Commissione propone una serie di obiettivi per il processo negoziale sui cambiamenti climatici, che ripartirà con una sessione ufficiale il 9-11 aprile a Bonn (Germania), e suggerisce proposte d’azione per l’Ue.
Obiettivi per il processo negoziale
Secondo la Commissione, l’obiettivo prioritario nel processo negoziale consiste nell’integrare le linee politiche contenute nell’Accordo di Copenhagen (che non sono state formalmente adottate dai Paesi membri dell’Unfccc) nei testi oggetto di negoziato in ambito Unfccc, i quali conterranno la base del futuro accordo globale sul clima.
L’Ue è consapevole di dover adottare un approccio graduale viste le divergenze ancora esistenti tra Paesi. La Commissione suggerisce quindi l’adozione di una serie di decisioni operative in occasione della XVI Conferenza delle Parti dell’Unfccc che si terrà alla fine di quest’anno in Messico, le quali fungeranno da base per uno strumento legalmente vincolante e completo da adottare l’anno successivo in Sudafrica.
Inoltre, è importante che i negoziati si concentrino sul chiarimento degli impegni e delle azioni di riduzione delle emissioni di gas serra inseriti nell’Accordo di Copenhagen.
La Comunicazione afferma che è necessario affrontare i limiti del Protocollo di Kyoto perché il futuro accordo sul clima garantisca un’elevata «integrità ambientale» e serva a mantenere l’aumento di temperatura globale sotto i 2°C.
Proposte d’azione per l’Ue
L’esempio più persuasivo di leadership che l’Ue potrebbe dare consiste nel trasformarsi nella regione più compatibile con il clima al mondo, attraverso l’adozione di iniziative concrete nell’ambito della Strategia economica per l’Europa recentemente proposta dalla Commissione.
A tale scopo, la Commissione preparerà un’analisi delle strategie pratiche possibili per ottenere una riduzione delle emissioni di gas serra del 30% rispetto ai livelli del 1990. In seguito, verrà elaborato un percorso di transizione che porti l’Ue a diventare un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050.
Per una concreta applicazione all’Accordo di Copenhagen, tra le altre cose, l’Ue dovrebbe stanziare in tempi brevi il promesso contributo di 2,4 miliardi di Euro all’anno nell’ambito dell’assistenza finanziaria «rapida» ai Paesi in via di sviluppo nel periodo 2010-2012. Una parte significativa dei finanziamenti di lungo periodo, invece, potrebbe essere garantita dal mercato internazionale del carbonio, che l’Ue dovrebbe impegnarsi a sviluppare ulteriormente.
Un’azione di coinvolgimento attivo dell’Ue verso i partner internazionali sarà decisiva lungo la strada verso il Messico e la Commissione lavorerà in tal senso.
La Comunicazione è accompagnata da un documento di lavoro che analizza le questioni rimaste irrisolte dopo la Conferenza di Copenhagen e fornisce altre informazioni sugli impegni presi e sul supporto dato fino ad ora all’Accordo.
– «A post-2012 global climate regime: European Commission policy papers»
– «Europa 2020: la Commissione propone una nuova strategia economica in Europa».
(Fonte Ipcc Focal Point)