Pollini e spore fungine aerodisperse: il monitoraggio aerobiologico svolto da Arpat. L’importanza dei calendari. Il 21 marzo giornata nazionale del polline
L’aria, sia degli spazi aperti sia degli spazi confinati, contiene in sospensione un enorme numero di particelle di varia origine, forma e dimensione che costituiscono l’aerosol atmosferico. Tale aerosol è composto da particelle aerodisperse non biologiche (aerosol abiotico) e da particelle di origine biologica (bioaerosol).
L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) si occupa del monitoraggio della qualità dell’aria nel suo complesso, studiando sia gli inquinanti tradizionali, con le centraline chimico- fisiche e con il biomonitoraggio, sia quelli di natura biologica.
Le particelle biologiche naturali: pollini, spore fungine, alghe, licheni e batteri si disperdono in aria e se ne possono misurare e monitorare nel tempo le concentrazioni in relazione al loro potenziale impatto sulla salute umana e sull’ambiente (agricoltura, beni culturali, ambiente costruito ecc.).
Dai calendari pollinici emerge la presenza di pollini di piante arboree quali cipresso, nocciolo, betulla, già nei primi mesi dell’anno. In particolare negli ultimi anni il polline di cipresso è aumentato come concentrazione per un maggiore uso di questa pianta a scopo ornamentale. I pollini di oleaceae e di specie erbacee quali graminaceae, urticaceae, plantaginaceae e cheno/amarantaceae vengono rilevati dal monitoraggio in periodo primaverile. Nel periodo estivo si rilevano i pollini di fagaceae (castagno) e quelli di erbe infestanti come le urticaceae e le compositae (ambrosia ed artemisia). Tramite il monitoraggio aerobiologico si evidenzia inoltre la presenza di pollini di piante che non fanno parte della nostra flora autoctona e che vengono introdotte volontariamente, casualmente o trasportati a distanza da correnti aeree (ambrosia, casuarina, cryptomeria japonica ecc.).
Il monitoraggio aerobiologico è effettuato mediante campionatore volumetrico. La pollinazione, ossia la liberazione dei pollini in atmosfera in un determinato territorio, dipende dalle condizioni climatiche del periodo che precede la fioritura, mentre le condizioni meteorologiche (vento, turbolenza dell’aria, pioggia, umidità, irraggiamento) influiscono sulla fluttuazione della concentrazione atmosferica del polline una volta che la pollinazione è iniziata.
Il campionamento rileva soprattutto la presenza di pollini di piante anemofile (che affidano al vento il loro polline) e consente se effettuato in maniera continua in tutto l’arco dell’anno, di evidenziare le variazioni stagionali del contenuto atmosferico dei pollini e di elaborare calendari per la zona oggetto del campionamento.
La rete toscana di monitoraggio di pollini e spore fungine aerodisperse dei dipartimenti Arpat è costituita dalle stazioni di campionamento di Firenze-Careggi, Pistoia, Montecatini Terme, Lido di Camaiore. Ogni settimana l’Articolazione funzionale regionale di Aerobiologia (Afra) elabora un bollettino dei pollini e delle spore fungine aerodisperse con i dati provenienti da tutte le stazioni.
I dati della rete di monitoraggio aerobiologico ottenuti con l’applicazione della Norma Uni 11108:2004 «Metodo di campionamento e di conteggio dei pollini e delle spore fungine aerodisperse», accreditata dal Sistema nazionale accreditamento laboratori (Sinal) dal 2005, sono disponibili settimanalmente sul sito.
Nel periodo di maggiore presenza di pollini in atmosfera risulta tra le pagine più consultate. Localmente i dati vengono diffusi nelle farmacie e sui quotidiani locali e quindi resi disponibili anche a coloro, e sono ancora molti, che non dispongono di un accesso al web.
I dati delle stazioni di Pistoia, Montecatini e Lido di Camaiore vengono diffusi anche alle farmacie del territorio di competenza, integrati da un commento dell’allergologo della Azienda unità sanitaria locale Ausl 3 di Pistoia e della Ausl 12 della Versilia, grazie alla collaborazione esistente fra i due enti.
Dal 2005, sul sito dell’Agenzia, è stato attivato, in collaborazione con il Centro interdipartimentale di Bioclimatologia (Cibic) dell’Università degli Studi di Firenze, un servizio di previsione meteorologica ed aeorobiologica, accompagnato da un commento dell’allergologo, per la stazione di campionamento situata presso il policlinico di Careggi.
Le stazioni di campionamento Arpat sono inserite nella Rete europea di Monitoraggio Aerobiologico (European Aeroallergen Network Ean-Epi) e partecipano alla Rete nazionale di Monitoraggio di pollini e spore fungine di interesse allergenico, agronomico ed ambientale promossa dal sistema delle Agenzie (Apat-Arpa-Appa) ed alla rete dell’Associazione italiana di Aerobiologia(Aia)
Le allergie respiratorie da pollini
Con il termine di pollinosi si indicano le diverse manifestazioni cliniche: nasali (prurito, starnuti, ostruzione, rinorrea), oculari (prurito, lacrimazione, iperemia congiuntivale, fotofobia) e bronchiali (tosse, respiro sibilante, dispnea senso di costrizione toracica) che si presentano con cadenza stagionale in soggetti diventati specificamente sensibili ai pollini di determinate famiglie di erbe e di alberi.
Le allergie respiratorie sono il risultato di una interazione tra fattori genetici ed ambientali. Tra le cause ambientali l’inquinamento atmosferico svolge sicuramente un ruolo importante in quanto alcuni componenti possono:
- interagire con i granuli pollinici , aumentando il rilascio di allergeni,
- svolgere un effetto infiammatorio nelle vie aeree (soprattutto ozono, PM e SO2) facilitando la penetrazione degli allergeni pollinici e lo scatenamento dell’infiammazione allergica,
- avere un effetto immunologico adiuvante sulla sintesi degli anticorpi specifici nei soggetti predisposti (atopici) in particolare le polveri incombuste dei motori diesel.
Studi epidemiologici sembrano dimostrare che esiste una correlazione positiva tra inquinamento da traffico veicolare ed aumentata prevalenza di rinite ed asma allergico.
Le pollinosi, in base al periodo di comparsa dei sintomi, si distinguono in:
- precoci, preprimaverili: da allergia a piante arboree (cupressacee, betulacee, corylacee)
- primaverili estive: da allergia a piante erbacee (graminacee e urticacee) e arboree (olivo)
- estivo autunnali: da allergia a piante erbacee (composite, ambrosia).
In Italia la prevalenza delle pollinosi è stimata tra il 10 ed il 20% della popolazione.
Negli ultimi anni si è assistito al progressivo aumento della frequenza dei casi di pollinosi soprattutto nei confronti di alberi a fioritura precoce o pre-primaverile (cupressaceae, betulaceae, corylaceae) e alla comparsa in alcune regioni italiane di nuove specie (ambrosia) con altissima potenzialità di scatenare crisi asmatiche.
Il 21 marzo in occasione della giornata Nazionale del polline promossa dalla Associazione italiana di Aerobiologia (Aia) sul sito dell’Associazione www.ilpolline.it si possono leggere e scaricare informazione inerenti il monitoraggio aerobiologico ed una serie di consigli pratici per i pazienti allergici ai pollini.
(Fonte Arpat)