Elemento fondante del Piano è la considerazione che per la conservazione di questa sottospecie è necessario favorire il suo incremento numerico e la diffusione nelle altre aree protette dell’Appennino centrale
Il Consiglio Direttivo del Parco nazionale dei Monti Sibillini ha adottato il Piano di azione interregionale per la tutela dell’Orso bruno marsicano (Patom), documento di riferimento per il coordinamento delle principali attività gestionali necessarie a garantire la sopravvivenza del grande plantigrado, seriamente minacciato di estinzione e, quindi, inserito dalla Comunità europea nell’elenco delle specie di prioritario interesse comunitario. Redatto dal tavolo tecnico coordinato dal ministero dell’Ambiente e dalla Regione Abruzzo, il Patom nasce dal protocollo di intesa firmato da molti enti (Regioni, Province e Aree protette) con competenze in materia; si tratta quindi di un documento prodotto con la massima concertazione e condivisione.
Elemento fondante del Piano è la considerazione che per la conservazione di questa sottospecie (di cui sopravvivono non più di 50 esemplari, perlopiù concentrati all’interno del territorio del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise) è necessario favorire il suo incremento numerico e la diffusione nelle altre aree protette dell’Appennino centrale; tra queste, ovviamente, figura anche il Parco nazionale dei Monti Sibillini, la cui idoneità ambientale è testimoniata anche dalla presenza stabile, sin dal 2006, di almeno un esemplare di orso bruno marsicano.
Non è un caso, dunque, se l’istituzione delle aree contigue ai parchi figura come l’azione più importante tra quelle volte all’incremento e all’espansione della popolazione di orso; il piano di azione, quindi, prevede una serie di attività da mettere in atto anche al di fuori delle aree protette, soprattutto in quelle aree individuate come «corridoi ecologici», tratti di collegamento, cioè, tra un territorio protetto ed un altro. Questo concetto era già emerso lo scorso anno durante la riunione operativa del Patom tenutasi a Visso: fu il professor Luigi Boitani (consulente del Piano d’azione e tra i massimi esperti in materia) ad affermare, in quella occasione, che: «Partendo dall’esperienza abruzzese è chiaro che, ormai, la sfida della conservazione di questa delicatissima specie si gioca fuori dai confini del Parco», auspicando un maggiore coinvolgimento di tutti gli enti che, a vario titolo, intervengono nella gestione della fauna selvatica.
Il Piano d’Azione per la tutela dell’orso marsicano rappresenta un’importante occasione per mettere in atto una gestione coordinata e sostenibile di gran parte del territorio dell’Appennino centrale che costituisce una delle aree con maggiore biodiversità in Europa.
(Fonte Parco nazionale dei Monti Sibillini)