Un monitoraggio attento per una visione più chiara dello stato del’aria

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Continuano le attività del Progetto «Ottimizzazione di metodiche olfattometriche per la determinazione delle emissioni osmogene» proposto da LEnviroS srl. La parte operativa del progetto è stata organizzata in modo tale da consentire un’attenta organizzazione di campagne di monitoraggio specifiche per avere così un’idea più chiara sulla metodica giusta da applicare e sul comportamento degli stessi composti odorigeni in atmosfera

Continuano le attività del Progetto «Ottimizzazione di metodiche olfattometriche per la determinazione delle emissioni osmogene» proposto da LEnviroS srl, una delle società spin off del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Bari che mira a cercare soluzioni ecocompatibili per l’ambiente e a favorire il miglioramento della qualità di vita del cittadino. Il progetto è finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del Bando «Aiuti agli Investimenti in Ricerca per le Pmi» P.O. Puglia 2007-2013-Linea 1.1 – Azione 1.1.2.

Il progetto di ricerca che ha come obiettivo la caratterizzazione delle emissioni osmogene dei composti, con particolare riguardo allo studio delle caratteristiche analitiche della metodologia olfattometrica.

La parte operativa del progetto è stata organizzata in modo tale da consentire un’attenta organizzazione di campagne di monitoraggio specifiche per avere così un’idea più chiara sulla metodica giusta da applicare e sul comportamento degli stessi composti odorigeni in atmosfera.

Le campagne di monitoraggio sono state programmate nei siti particolarmente critici sul territorio (nel caso specifico un impianto di depurazione) per i quali sono stati individuati i punti più rappresentativi in cui sono stati effettuati i campionamenti dopo un’attenta attività di ricognizione delle eventuali fonti di emissione. Un’ulteriore attività preliminare all’indagine olfattometrica è stata quella di stabilire la strategia e un protocollo di campionamento opportuni, in modo da assicurare che i campioni prelevati fornissero un’immagine sufficientemente chiara del fenomeno di studio.

Quindi per avere un’attenta visione del tutto sono stati effettuati monitoraggi in diverse postazioni sul territorio, opportunamente individuate all’interno ed all’esterno dell’impianto in esame (in modo da valutare le ricadute ai recettori sensibili) ed in ingresso ed all’uscita dai sistemi di abbattimento degli odori, eventualmente presenti.

L’attività di campionamento costituisce una fase delicata dell’intera procedura di misura olfattometrica e per tale ragione è indispensabile definire un’opportuna strategia di campionamento. È necessario che il campionamento sia rappresentativo e che assicuri la raccolta di campioni idonei a fornire un’immagine sufficientemente fedele della sorgente o del fenomeno in studio. A tal fine è stata individuata la tecnica di prelievo più adeguata alla natura e alle caratteristiche della fonte emissiva.

I campionamenti sono stati condotti utilizzando i dispositivi opportuni per le sorgenti da esaminare: la cappa statica per sorgenti areali con flusso indotto (es. biofiltri), il wind tunnell per sorgenti areali senza flusso indotto (es. cumuli, vasche) e la pompe a depressione e quella aria ambiente per il prelievo dei campioni d’aria osmogena. Successivamente alle operazioni di monitoraggio sono state effettuate le analisi olfattometriche presso il laboratorio olfattometrico di Molfetta mediante un olfattometro a 4 postazioni, in grado di diluire nell’intervallo 22 – 216.

Le misure delle concentrazioni di odore sono state condotte attraverso Olfattometria dinamica, una tecnica sensoriale che permette, attraverso l’addestramento e l’uso di una giuria di persone selezionate (panel), di oggettivare la sensazione di odore trasponendo in termini di ouE/m3 (unità odorimetriche per metro cubo) una sensazione soggettiva.

Tale metodo si basa sull’identificazione da parte del panel della soglia di percezione, ossia del limite di concentrazione al quale un odore tende ad essere percepito dal 50% dei soggetti che sono stati sottoposti alla prova. Con questa tecnica è possibile misurare le concentrazioni di odore di emissioni convogliate o ambienti di lavoro e calcolare l’efficienza dei presidi ambientali preposti al contenimento delle emissioni di odore. Tutte le misure olfattometriche sono condotte in stretto accordo con la norma tecnica UNI EN 13725/2004.

Lo schema tipo che verrà seguito per effettuare una valutazione dell’impatto olfattivo di impianti a rischio osmogeno, può essere riassunto in questi punti: individuazione del «rischio olfattivo» dell’impianto, cioè della potenziale rilevanza delle emissioni di odore in atmosfera associate alla tipologia industriale; individuazione delle criticità presenti nell’impianto; individuazione dei presidi che, sulla base della loro efficienza sperimentale, risultano adatti a contenere le emissioni odorigene; individuazione dei flussi osmogeni complessivi o specifici emessi dalle diverse sorgenti dell’impianto e della loro dispersione nell’ambiente circostante; individuazione dei possibili rimedi che si possano apportare per limitare l’impatto olfattivo.

Una fase necessaria per valutare un impatto odorigeno di siti industriali è l’individuazione e il successivo monitoraggio delle potenziali sorgenti dislocate sul territorio provinciale. Così facendo è stato possibile tracciare delle mappe di rischio osmogeno nella Provincia di Bari, focalizzando l’attenzione su impianti tipici del territorio, quali oleifici, sansifici, impianti di trattamento rifiuti, impianti di depurazione acque.

Tra tutti gli impianti individuati, sono stati selezionati alcuni siti particolarmente interessanti per il buon esito del Progetto. E tali siti sono oggetto di campagne di monitoraggio olfattometriche, con determinazioni sia sulle sorgenti sia sull’aria ambiente.

Dopo la fase di sopralluogo, in cui sono stati individuati dei siti con specifiche criticità, vengono effettuati campionamenti olfattometrici dopo l’individuazione dei punti di campionamento per l’aria ambiente, tenendo conto di quali sono le zone maggiormente esposte alla dispersione delle sostanze odorigene provenienti dall’impianto. Per quanto concerne i campionamenti sulle sorgenti, sono state selezionate quelle che presentavano le maggiori criticità a seconda delle diverse tipologie di impianto. Per le sorgenti emissive, oltre alla concentrazione di odore sono calcolate anche il valore di portata dell’odore (ou/s), conoscendo le caratteristiche geometriche delle sorgenti e le loro dimensioni. (S. P.)