Riflettere sul clima e operare nel concreto

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È stato lo scopo dell’iniziativa pugliese attraverso una serie di micro-conferenze: dall’inquinamento atmosferico al riciclo dei materiali, dai marchi di qualità ecologica ai consumi equo e solidali, dall’agricoltura biologica e a quella a km zero, chiudendo con la legislazione comunitaria e il green public procurement

Il 22 aprile si è celebrato in tutto il mondo la «Giornata della Terra» attraverso manifestazioni, seminari e convegni tematici: dall’inquinamento atmosferico al riciclo dei materiali, dai marchi di qualità ecologica ai consumi equo e solidali, per passare all’agricoltura biologica e a quella a km zero, chiudendo con la legislazione comunitaria e il green public procurement.

Il Clima Days è stato organizzato dall’Ufficio pugliese di Europe Direct in collaborazione con l’Università degli studi «Aldo Moro», la facoltà di Scienze Politiche e l’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia. Presso l’Ateneo barese, dal 19 al 22, sono state organizzate diverse micro-conferenze utili ad indagare i temi relativi all’universo ambiente, che hanno promosso la diffusione di conoscenza e il confronto su argomenti quanto mai delicati. Il percorso tracciato dagli organizzatori ha previsto l’avvicendamento di diversi relatori, in numero di due al giorno, tranne la giornata conclusiva per cui sono state previste quattro micro-conferenze, che hanno impegnato già dal mattino gli intervenuti.

I temi trattati, tutti ugualmente interessanti, hanno riguardato la questione del riciclo dei materiali di scarto e la chiusura del ciclo «di vita e di morte» dei prodotti attraverso una detrazione sulla tassa per i rifiuti proporzionale alla quantità di materiali differenziati, esempio portato praticamente dall’imprenditore tarantino Piero Chirulli, che ha spiegato, con semplicità e senso pratico,come è possibile (anche al Sud) offrire un sistema integrato di raccolta di materiali di scarto e impiego degli stessi nel ciclo produttivo senza gravare ulteriormente sulle risorse primarie.

Piero Schepisi, responsabile delle «botteghe» Unsolomondo di Bari, invece, ha esposto nella sua relazione il nesso tra rispetto dell’ambiente e consumo critico e solidale: infatti le implicazioni sull’ambiente di una produzione etica ed equa, relativa a tutto il ciclo produttivo, non solo agricolo, sono molteplici: un esempio sono le produzioni locali nei Paesi in via di sviluppo, che fuori dal sistema produttivo globale, alimentano un modo di produrre «buono» per i diritti dei lavoratori e per il rispetto della Terra. Tema strettamente correlato a questo è quello dell’agricoltura a km zero e del biologico, a cui sono legati tra l’altro gli innovativi metodi di acquisto collettivo, che permettono a persone sensibili all’argomento di acquistare prodotti freschi «adottando» un produttore: in questo modo si contribuisce ad un tipo di economia non soggetta al sistema dei grandi magazzini e ci si rieduca a mangiare prodotti di stagione, provenienti dalla nostra zona a km «quasi zero».

Infine si è parlato degli acquisti «verdi», che le amministrazioni pubbliche, da qualche tempo, sono obbligate a fare, al fine di incentivare, anche nel sistema della Pubblica amministrazione, la cultura del risparmio energetico e dei materiali, che per altro si tramuta in minor impegno di risorse finanziarie.

Dunque questo ciclo di micro-conferenze e l’esposizione informativa ospitata nei corridoi del Salone degli Affreschi, visitata tra l’altro anche da numerose scolaresche, sono servite ad alzare ancora di più l’attenzione su questi delicati argomenti in occasione della «Giornata della Terra», al fine di diffondere sempre più le pratiche necessarie a salvare l’ambiente da noi stessi.