Sono ancora disponibili «sconti» per le case ecologiche. Il ddl non consente alcuno sviluppo del mercato e penalizza il centro-sud
Già terminati in pochi giorni gli incentivi messi a disposizione dal Governo, ancora a disposizione quelli per acquistare case ecologiche. Ma saranno al massimo 10mila le abitazioni di classe energetica A e B cui potrebbero avere accesso le famiglie con i 60 milioni di incentivi messi a disposizione dal decreto legge approvato dal ministero dello Sviluppo Economico. Briciole, a fronte della spesa complessiva per l’acquisto di un’abitazione, che non solo non consentono alcuno sviluppo del mercato, ma neppure incidono sulle necessità di ottenere risultati concreti in termini di risparmio energetico. Molto meglio sarebbe stato prorogare le detrazioni fiscali (55%) sulle ristrutturazioni energetiche delle abitazioni, che scadranno a fine 2010.
«Il Governo è come un supermercato, siamo ormai agli sconti della settimana – dichiara Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente -. Peccato che sia solo una settimana all’anno e che questo ddl non c’entri nulla con la green economy: perché, infatti, lo sconto agli “amici” della nautica e non, ad esempio, ai produttori di latte? Perché le nuove gru per i cantieri e non i musei?».
I primi dati che emergono da un’analisi che il Governo ha portato a conoscenza della commissione Attività produttive e Finanze alla Camera indicano che, per gli immobili ad alta efficienza energetica, è stato erogato solo il 13% circa sul totale di 60 milioni a disposizione. Risultato nettamente inferiore rispetto ad altri settori: i fondi per la nautica sono finiti e quelli per i motocicli sono stati spesi ormai al 93,767%, mentre per le cucine componibili la percentuale erogata è il 40,898% e per gli elettrodomestici il 16,782%.
60 sono i milioni destinati dal ddl agli incentivi edilizi e l’importo massimo dell’agevolazione all’acquisto è rispettivamente 116 Euro al metro quadro per un massimo di 7.000 Euro per le case in classe A e 83 Euro al metro quadro per un massimo di 5.000 euro a quelle in classe B. Prendendo ad esempio un appartamento di 100 mq a Milano con un costo medio delle abitazioni di 4.000 Euro al metro quadro ne deriva che se l’appartamento è di classe A l’incentivo copre soltanto circa l’1,75% (7.000 euro sul costo totale di 400.000). Se l’appartamento è di classe B la percentuale è ancora minore 1,25% (5.000 euro sul costo totale di 400.000).
Inoltre, ai 60 milioni di incentivi avranno accesso non più di 10mila abitazioni rispetto alle 40-50mila abitazioni con un’elevata efficienza energetica costruite nel 2009 (dati Ance). È necessario considerare anche che le imprese in Italia in grado di costruire edifici di classe A e B sono all’incirca 250, dislocate principalmente al Nord, e che quindi le regioni centro meridionali saranno nel complesso escluse dagli aiuti statali.
Sarebbe stato più efficace dare una risposta concreta a detrazioni fiscali del 55% ancora in forse. Lo sviluppo delle energie rinnovabili, insieme al risparmio energetico, sono una risposta immediata ed efficace al raggiungimento degli obiettivi di riduzione della CO2 indicati dall’Unione europea, spendendo meno che col nucleare. Per un Paese, investire nelle energie rinnovabili, contribuisce alla costruzione di un sistema imprenditoriale innovativo e diffuso, che, ad esempio, in Germania, occupa ormai 250.000 lavoratori, in grado di competere sul mercato globale. L’unico settore su cui gli incentivi avranno davvero incidenza è quello della banda larga che garantisce l’accesso a Internet veloce a tutti i giovani tra i 18 e i 30 anni
«Navigate giovani – conclude Poggio – così scoprirete politiche ben più serie da parte degli altri paesi d’Europa».
(Fonte Fondazione Legambiente Innovazione)