Domenica al via il primo censimento di 29 importanti corsi d’acqua; 600 chilometri setacciati in tutte le regioni italiane
Oltre 600 volontari in campo sulle sponde di 29 fiumi italiani per valutarne lo stato di salute. Adda, Piave, Tagliamento, Arno, Tevere, Volturno, Ofanto, Agri, Ippari, Rio Mannu solo per citarne alcuni, in tutto oltre 600 chilometri di corsi d’acqua che verranno monitorati per rilevare lo stato delle fasce fluviali e ripariali e delle zone di esondazione, per valutarne lo stato e avanzare proposte per la loro tutela, rinaturalizzazione e valorizzazione. Saranno poi censite le zone umide circostanti, le aree boscate, le zone agricole, i manufatti e le abitazioni, le cave, i depositi e le discariche, l’artificializzazione delle sponde e altri aspetti che consentiranno una visione completa delle aree indagate. Tutti i tratti di fiume saranno inoltre dettagliatamente fotografati e i dati raccolti verranno elaborati con sistema Gis (Geographic Information System).
«Vogliamo disegnare una vera e propria mappa – dichiara Andrea Agapito Ludovici, responsabile del Programma acque del Wwf Italia e della Campagna Liberafiumi – uno strumento fondamentale aggiornato che può servire a salvare le vene blu del nostro paese. Perché la tutela e riqualificazione dei fiumi è essenziale per migliorare la difesa dalle alluvioni, ridurre le situazioni di siccità, ripristinarne la capacità autodepurativa e per migliorare la qualità. È inoltre indispensabile salvaguardare gli ecosistemi fluviali per la loro grande ricchezza di specie oggi gravemente a rischio. Nell’Anno della Biodiversità ci concentreremo su un habitat di cui spesso non conosciamo abbastanza, soprattutto riguardo alle comunità ittiche: i pesci del nostro Paese sono infatti per la maggior parte a rischio di estinzione per una molteplicità di cause, che vanno dall’alterazione dell’ambiente fluviale fino all’immissione di specie aliene.
«I dati verranno resi noti alla vigilia della Conferenza nazionale sulla Biodiversità promossa dal ministero dell’Ambiente alla fine di maggio e nel prossimo autunno verrà presentata la proposta operativa per la tutela e gestione dei nostri fiumi».
Volontari all’opera
Oltre 600 volontari saranno supportati da tecnici ed esperti del Wwf e tutto sarà documentato con fotografie e video. Per gli appuntamenti e i luoghi di incontro consultare le pagine del Wwf Italia o quelle del Wwf Toscana.
I fiumi censiti
Adda, (Lombardia) Piave (Veneto) Savio, Taro e Po di Primaro (Emilia Romagna), Arzino e Tagliamento (Friuli Venezia Giulia), Magra (Liguria), Arno (Toscana), Alto Tevere (Umbria), Tevere, Aniene, Melfa (Lazio), Sangro, Sagittario, Aterno e Pescara (Abruzzo), Biferno (Molise), Volturno (Campania), Ofanto (Puglia), Agri (Basilicata), Angitola (Calabria), Oreto e Foci della Sicilia Sud Orientale (Simeto, Ciane – Anapo, Irminio, Ippari) (Sicilia), Rio Mannu (Sardegna).
In Toscana il lavoro dei volontari si concentrerà sul tratto aretino dell’Arno, tra Arezzo e Montevarchi, ha dichiarato Barbara Anselmi Referente WWF Toscana per la Campagna Liberafiumi, con punto di ritrovo dei partecipanti a Ponte Buriano, a pochi chilometri dalla città di Arezzo, presso il Centro Visita della Riserva Naturale Ponte Buriano e Penna gentilmente messo a disposizione del Wwf da Alcedo ambiente e territorio S.a.s., che per conto della Provincia di Arezzo gestisce la struttura. Da Ponte Buriano i gruppi di volontari si sposteranno sui tratti dell’Arno loro assegnati e ne percorreranno gli argini annotando su una apposita scheda di rilevazione tutte le caratteristiche.
In Toscana la campagna Liberafiumi è appoggiata dall’Autorità di Bacino dell’Arno. Collaborerà inoltre alla raccolta dati, per quanto riguarda le problematiche relative alla fauna ittica, lo Spinning Club Italia-Sezione di Arezzo.
(Fonte Wwf)