Quando i mammut modificarono il clima globale…

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È l’ipotesi di tre scienziati esposta in uno studio pubblicato oggi. Contrasta con la teoria ufficiale che vuole responsabile il decadimento della corrente del Golfo. Che cosa non va nella tesi

Secondo i tre scienziati che hanno pubblicato questo articolo su «Nature Geoscience» (e che provengono dal Dipartimento di Biologia dell’Università del Nuovo Messico, dal Los Alamos National Laboratory del Nuovo Messico e dal Dipartimento di Paleobiologia del Museo di Storia Naturale di Washington) la glaciazione (di gran parte dell’emisfero nord) avvenuta nel periodo «Younger Dryas» fu causata dall’estinzione dei mammut e non dalla interruzione della corrente del Golfo. Questo articolo aprirà sicuramente polemiche perché sembrava ormai assodato che la causa di quella glaciazione fosse il collasso della corrente del Golfo!

Che dice l’articolo

I mammut, i grandi animali erbivori proboscidati del passato, insieme ad altri mammiferi che si nutrivano di erba e vegetali, producevano, fino a circa 13mila anni fa, emissioni di metano pari a 9,6 milioni di tonnellate per anno, equivalenti a circa 220 milioni di tonnellate di anidride carbonica per anno. A quel tempo il nostro pianeta stava uscendo lentamente da una glaciazione e l’accumulo di metano in atmosfera proveniente dai mammut e dagli animali erbivori accelerò il processo di riscaldamento climatico.

Circa 13mila anni fa, i mammut andarono incontro ad una estinzione e, di conseguenza, il metano atmosferico, attraverso i naturali processi di decadimento, si ridusse via via nel giro di 7-8 anni fino a ridurre l’effetto serra atmosferico e ad innescare una nuova glaciazione del nostro pianeta che iniziò 12.800 anni fa e durò per circa 1.300 anni finché il processo di riscaldamento climatico riprese il suo corso.

Questo periodo di glaciazione viene denominato «Youger Dryas» ed in questo periodo di glaciazione, come si può osservare nelle carote di ghiaccio della Groenlandia, il contenuto di metano atmosferico crollò rapidamente da 245 ppv (parti per miliardo in volume) a 185 ppv a cui si può associare un raffreddamento climatico compreso fra i 9°C ed i 12°C.

Dunque, l’estinzione dei mammut fu la causa della glaciazione.

Cosa non quadra

A parte il fatto che i mammut si estinsero circa 3.500-4.000 anni fa, la deduzione di questo studio appare molto suggestiva, ma improbabile perché le quantità in gioco di metano (equivalenti a 220 milioni di tonnellate di anidride carbonica per anno, meno della metà di quelle italiane) sono abbastanza basse per giustificare, anche se accumulate, un tracollo dell’effetto serra di quel tempo (dai 9 ai 12 °C, secondo questo studio; ma di 5-7°C secondo gli altri studi).

Infatti, la spiegazione della improvvisa glaciazione avvenuta nel «Youmger Dryas» (tra 12.800 anni fa ed 11.500 anni fa), e che riguarda solo l’emisfero nord (nell’emisfero sud non si riscontra una fase del genere, se non più 1.000 anni prima e per altri motivi) è associata secondo la maggior parte degli scienziati (e secondo Ipcc) al collasso della corrente del Golfo, avvenuto appunto 12.800 anni fa, per la improvvisa immissione nell’alto Atlantico di notevoli quantità di acqua dolce dai ghiacciai in liquefazione nel nord America (Canada ed Usa settentrionali). L’acqua dolce si era accumulata nel lago Agassiz, un immenso lago che occupava complessivamente tutta la zona dei grandi laghi americani e separato dall’Atlantico da una diga naturale che si ruppe sotto la pressione delle acque di fusione dei ghiacciai.

La riduzione del metano atmosferico, secondo questa interpretazione, non fu la causa ma l’effetto della glaciazione innescata dalla interruzione della corrente del Golfo. (V. F.)