Ai fini del Protocollo di Kyoto, le emissioni al 2008 sono aumentate di +4,8% ma a partire dal 2004 la tendenza si è invertita e, forse, raggiungeremo l’obiettivo
Pubblicato l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente, sulla situazione delle emissioni di gas serra in Europa al 31 dicembre 2008.
Dalla sintesi che è stata distribuita si ricava che l’Europa dei 27 ha ridotto le sue emissioni dell’11,3% al 2008 rispetto al 1990, ma questa riduzione comprende anche le quote di 12 paesi (dell’est europeo) che nel 1990 non erano nella EU. Dunque, tale riduzione non è legalmente computabile ai fini degli obblighi assunti dalla Ue dei 15 con il protocollo di Kyoto, ma è legalmente computabile nell’ambito del piano europeo clima energia, cosiddetto del 20-20-20 che ha, tra l’altro, l’obiettivo di ridurre al 2020 le emissioni europee (EU dei 27) del 20% rispetto al 1990. Rispetto a questo obiettivo l’Europa è oltre la metà del suo percorso. In valori assoluti la riduzione delle emissioni al 2008 significa una riduzione di 627 milioni di tonnellate di CO2 equivalente rispetto a 5567 milioni di tonnellate che aveva nel 1990.
Inoltre l’Europa dei 15 (quella che ha assunto l’obbligo della riduzione complessiva del 8% al 2012 rispetto al 1990) ha ridotto le sue emissioni al 2008 del 6,9% rispetto al 1990, senza tener conto dei sink e dei crediti acquisiti attraverso l’uso dei meccanismi flessibili. Pertanto la riduzione ulteriore dell’1,1% in 4 anni (2008-2012) per raggiungere l’obiettivo dell’8%, è un risultato raggiungibile con ragionevole certezza. In valori assoluti la riduzione delle emissioni al 2008 significa una riduzione di 295 milioni di tonnellate di CO2 equivalente rispetto a 4.265,5 milioni di tonnellate del 1990.
Tra i Paesi dell’Europa dei 15 si sono presentati come più virtuosi al 2008, quelli che sono andati oltre il loro obiettivo:
– il Belgio (obiettivo al 2012: -7,5%, riduzione al 2008: -8,6%),
– la Finlandia (obiettivo al 2012: 0,0%, riduzione al 2008: -1,2%),
– la Francia (obiettivo al 2012: 0,0%, riduzione al 2008: -6,5%),
– la Germania (obiettivo al 2012: -21%, riduzione al 2008: -22,3%),
– la Gran Bretagna (obiettivo al 2012: -12,5%, riduzione al 2008: -19,1%)
– la Svezia (obiettivo al 2012: +4.0%, riduzione al 2008: -11,3%).
4) Tra i paesi meno virtuosi:
– l’Austria,
– l’Irlanda,
– l’Italia,
– il Portogallo,
– la Spagna.
Per quanto riguarda l’Italia, e ai fini del Protocollo di Kyoto, le emissioni al 2008 sono aumentate di +4,8% rispetto all’obiettivo di riduzione di -6,5% al 2012. In particolare, sono progressivamente aumentate dal 1990 al 2004, passando da 517 milioni di tonnellate di CO2 equivalente del 1990, a 574 milioni di tonnellate di CO2 equivalente del 2004. A partire dal 2004 la tendenza si è invertita e le emissioni si sono ridotte fino a 541 milioni di tonnellate di CO2 equivalente del 2008, cioè ad un livello di emissioni quasi uguale a quello che vi era nel 1998. Per raggiungere l’obiettivo del -6,5%, le emissioni italiane al 2012 dovranno risultare di circa 34 milioni di tonnellate inferiori rispetto a quelle del 2008. La crisi economica di questi ultimi anni, un maggior uso di fonti rinnovabili e i meccanismi flessibili del protocollo di Kyoto, permetteranno, forse, di giungere a risultati non troppo lontani dall’obiettivo prefissato. (V. F.)